Insulti e minacce di morte al giornalista Paolo Berizzi: a Bergamo gli ultrà di destra a processo

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C’è Javier Zanetti, ex calciatore e vicepresidente dell’Inter, recentemente sentito come testimone nell’inchiesta sugli ultras di Inter e Milan. C’è un altro ex giocatore dell’Inter (e della Nazionale italiana), Riccardo Ferri. C’è Aldo Spinelli, imprenditore portuale genovese, ex presidente di Genoa e Livorno, che nel processo per corruzione del governatore della Liguria Giovanni Toti ha patteggiato tre anni e due mesi. Ci sono quattro giornalisti sportivi e persino la showgirl Elenoire Casalegno. Sono i nomi che figurano nella lista testi depositata dalla difesa di Federico Aloisi, imputato insieme ad altri due nel processo per le minacce al giornalista di Repubblica Paolo Berizzi, da anni impegnato in inchieste sul neofascismo, sotto scorta dal 2019.

Aloisi, tifosissimo dell’Inter, fu ideatore e promotore del prestigioso “Premio Gentleman Fair Play”, che dal 1996 assegna riconoscimenti ai big del calcio. Ed è proprio per riferire in merito all’attività di beneficenza e volontariato svolta da Aloisi che i personaggi sono stati citati dalla difesa. Non solo: saranno chiamati a contestare anche la partecipazione dell’imputato a gruppi di estrema destra o di tifo organizzato.

Nulla a che vedere con i violenti messaggi postati sui social nei confronti del giornalista dallo stesso Aloisi, dal varesotto Samuele Mazzoleni e da Paolo Aimo di Viareggio che vengono contestati dalla procura di Bergamo. I toni sono sempre gli stessi: insulti, minacce di morte, di botte, persino di stupro. “Speriamo tu possa conoscere presto l’aldilà con profondo dolore e pena, sei lo squallore più totale dell’uomo”. “Se passi da casa mia aspetto di portarti giù nei box”, scriveva Aloisi il 26 gennaio 2019 in un commento sotto a un post pubblicato dal giornalista sulla pagina Nazitalia. Sulla stessa pagina, nella stessa data, Mazzoleni scriveva: “È stato un peccato non vederti al funerale, ero il primo a strapparti la lingua, pezzo di m…, comunista indegno, feccia”. Mentre Aimo scriveva via Twitter: “Continua a offendere e a non rispettare i morti nei tuoi articoletti del c… Poi i nazi prima o poi ti stuprano”.

Sono 16 i procedimenti aperti dalle varie procure italiane che vedono Berizzi (qui difeso dall'avvocato Paolo Tabasso) come parte civile in processi scaturiti dai messaggi di odio e dalle minacce ricevute, quasi tutte a mezzo social, da personaggi appartenenti all’estrema destra. Nell’udienza di venerdì 8 novembre i difensori degli imputati hanno segnalato un difetto di notifica del decreto di citazione in giudizio e il giudice del tribunale di Bergamo Davide Pozzi si è riservato rispetto alla decisione, che comunicherà il prossimo 13 dicembre.

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