Mondo
Una delle due aziende che lo producono lo pubblicizza su X con queste parole: “Portare Star Wars nella realtà”. Il contratto, del valore di 2 miliardi di shekel, circa 495 milioni di euro, è stato firmato dal direttore generale del ministero della Difesa di Tel Aviv, Eyal Zamir. L’obiettivo: espandere l’acquisizione di “Lite Beam“, il sistema di intercettazione prodotto da Rafael Advanced Defense Systems e da Elbit Systems, aziende leader del complesso militare-industriale di Israele, scelto da Israele per garantirsi una migliore difesa contro gli attacchi dei droni. “Ci siamo posti l’obiettivo centrale di ridurre la dipendenza da fattori esterni e rafforzare l’industria israeliana – ha detto questa mattina Zamir in sede di firma -. È un accordo che annuncia l’inizio di una nuova era sul campo di battaglia, quella del laser“.
La capacità di intercettare i droni è un punto debole nei sistemi di difesa israeliani. Il velivolo senza pilota partito dal Libano che il 13 ottobre ha colpito la base di addestramento della Brigata Golani a Binyamina uccidendo 4 reclute ne è stata solo l’ultima dimostrazione. Due giorno dopo il ministero della Difesa ha avviato un dialogo con le tre maggiori industrie di sicurezza israeliane per “selezionare una serie di tecnologie” in gradi di fornire al paese “nuove capacità operative per intercettare i droni entro qualche mese”. L’accordo con Rafael e Elbit è precedente, ma oggi è arrivato a compimento. Il sistema non è ancora operativo e “dovrebbe entrare in servizio tra un anno”, ma sono già stati effettuati diversi test che hanno dimostrato la sua capacità di intercettare le minacce aeree e negli ultimi mesi si sono registrati notevoli progressi nella sua messa in opera”. Una valutazione preliminare è fissata per l’ultimo trimestre del 2025. In caso di risultati positivi, il progetto potrà aprire “all’acquisizione di molti altri sistemi laser.”
Lite Beam può essere considerato una versione in miniatura del sistema anti-razzo “Iron Beam” che Rafael sviluppa da anni. Il sistema ha una portata di circa 2 mila metri – molti quadricotteri volano ad altitudini comprese tra poche centinaia di metri e 5 mila metri -, utilizza un laser da 10 kW, è pensato per migliorare la protezione delle forze nelle operazioni mobili di terra e si distingue per la sua capacità di tracciare con precisione i bersagli tramite un sistema di tracciamento avanzato, che può anche essere integrato in altri sistemi anti-drone. Per funzionare a dovere i sistemi difensivi laser presentano alcune necessità, tra cui quella di rimanere puntati sul bersaglio abbastanza a lungo da consentire al raggio di penetrare l’esterno dell’oggetto in avvicinamento. Per questo Lite Beam ha una struttura modulare che ne consente l’installazione su varie piattaforme tra cui i veicoli blindati (ma anche le navi) che possono seguire l’obiettivo fino a che le operazioni lo rendono necessario.
“Utilizzando l’energia laser – spiega Rafael sul propriuo sito -, Lite Beam neutralizza rapidamente e con precisione i bersagli aerei, tra cui sciami di droni o piccoli UAV (Unmanned Aerial Vehicle, ndr). Dopo il rilevamento, Lite Beam si aggancia rapidamente a ogni minaccia, emettendo un raggio laser ad alta energia che concentra un calore intenso su un punto delle dimensioni di una moneta sul bersaglio, causando un guasto critico del sistema“.
Articolo Precedente
Elezioni in Georgia, ora è il caos. La presidente convoca i manifestanti davanti al Parlamento. Il partito vincitore: “Prepara un colpo di Stato”