La squadra di Trump è piena di "falchi"

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Va avanti la scelta dei collaboratori per il nuovo esecutivo Trump che entrerà in carica il 20 gennaio prossimo. Sono tutti suoi fedelissimi. Mike Walz alla Sicurezza Nazionale

La squadra di Trump è piena di "falchi"

Proseguono alla spicciolata le notizie sui nomi dei membri dell'esecutivo di Donald Trump alla Casa Bianca. Mike Waltz, fa sapere il presidente eletto sul proprio social Truth, sarà il prossimo consigliere per la Sicurezza nazionale. "Sono onorato di annunciare - scrive in un post The Donald - che il deputato Mike Waltz, repubblicano della Florida, è stato nominato come mio consigliere per la Sicurezza nazionale".

Trump si vuol far trovare pronto, senza perdere tempo e senza correre il rischio di dover poi nominare nomi che non sono di suo totale gradimento. Dopo appena una settimana dal voto il presidente eletto ha già individuato un gruppetto di fedelissimi in grado di portare avanti le promesse elettorali. Possono essere definiti "falchi", cioè personalità forti poco disposte alla mediazione, con il preciso mandato di mettere in pratica quanto promesso dal presidente, che ha stravinto le elezioni.

Il primo dossier da affrontare è quello dell'immigrazione, con il compito di allontanare dagli States tutti i clandestini affidato a un ex poliziotto, Tom Homan, una delle figure più controverse negli anni scorsi, avendo portato avanti misure molto criticate (ad esempio il distacco dei bambini dai genitori) sia sotto Obama che con la prima presidenza Trump.

Altra figura importante è Stephen Miller, già attivo nella scrittura dei discorsi ufficiali, che andrà ora ad occuparsi dello staff del presidente come vice al fianco di Susie Wiles, la "ice baby" (ragazza di ghiaccio) come scherzosamente l'ha chiamata Trump nel discorso della vittoria ringraziandola per il grande lavoro fatto.

Accanto ai due falchi anti-immigrati, Trump ha nominato un'altra fedelissima a capo del Dipartimento di Sicurezza Interna, da cui dipende anche la gestione del dossier immigrazione. Si tratta di Kristi Noem. Governatrice del South Dakota, ama dare di sé un'immagine da dura al punto che, nella sua biografia, ha voluto far sapere di aver ucciso il suo cucciolo perché "irrequieto". Feroci le critiche che le sono piovute addosso.

A guidare la politica estera dovrebbe essere il senatore della Florida Marco Rubio. Sarebbe un "premio" che Trump intende dargli per averlo aiutato a mobilitare il voto ispanico. Considerato un falco, specie nei confronti della Cina, ha origini cubane (la sua famiglia fuggì dall'isola di Fidel Castro).

Per il ruolo di capo della diplomazia Usa si è parlato anche di un altro nome, Ric Grenell, altro fedelissimo del tycoon nonché suo ambasciatore in Germania e poi direttore del National Intelligence, ma secondo le ultime voci il presidente eletto si sarebbe convinto sul nome di Rubio.

Come ambasciatrice alle Nazioni Unite dovrebbe andare Elise Stefanik, 40enne deputata di New York, che in poco tempo ha fatto una rapidissima scalata nel partito divenendo numero 3 al Congresso.

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