Mondo
di F. Q. | 22 Novembre 2024
Crimini di guerra. Cone questa motivazione, ieri, la Corte penale internazionale ha emesso un mandato d’arresto per Benjamin Netanyahu e il ministro della difesa del governo israeliano Yahav Gallant. Ieri sera, dopo una nota dell’ufficio del primo ministro, è giunta una dura risposta del leader di Tel Aviv: “Nessuna scandalosa decisione anti-israeliana impedirà a noi, e soprattutto a me, di continuare a difendere il nostro Paese in qualsiasi modo – ha detto Netanyahu in un video messaggio ai suoi concittadini – Non cederemo alle pressioni”. Nessun passo indietro, dunque. Anzi, l’attacco alla Corte di un giudizio “scandaloso” viziato dal pregiudizio “anti-israeliano”.
Biden e Trump sostengono Bibi e accusano la Corte – Subito dopo, nella serata di ieri, anche la portavoce della Casa bianca aveva biasimato il verdetto: “Respingiamo fondamentalmente le decisioni della Corte – ha dichiarato Karine Jean-Pierre – La Corte non ha giurisdizione”.
Nella mattinata di oggi anche il presidente Usa Joe Biden, ha preso le difese del governo di Tel Aviv: “L’emissione di mandati di arresto da parte della Cpi contro i leader israeliani è scandalosa. Voglio essere chiaro ancora una volta: qualunque cosa la Cpi possa insinuare, non c’è equivalenza, nessuna, tra Israele e Hamas. Saremo sempre al fianco di Israele contro le minacce alla sua sicurezza”.
Il presidente in pectore Donald Trump, in attesa dell’ingresso ufficiale alla Casa bianca previsto il 20 gennaio, si allinea (ma non è una novità) al fianco di Israele. Tanto da valutare l’introduzione di sanzioni contro la Corte penale internazionale. Lo rende noto Kan News, citando fonti di Washington: il provvedimento riguarderebbe in particolare il procuratore capo della Cpi, Karim Khan, e i giudici che hanno emesso i mandati.
Ieri, Mike Waltz, scelto dal presidente eletto Donald Trump come Consigliere per la Sicurezza Nazionale, ha twittato: “A gennaio ci si può aspettare una forte risposta al pregiudizio antisemita della Cpi e dell’Onu”.
Orban: “Disapplicherò il mandato” – Sulla linea dura si assesta Viktor Orban: “Non abbiamo altra scelta che sfidare questa decisione”, ha dichiarato il premier dell’Ungheria, da luglio presidente di turno del Consiglio dell’Unione Europea. Che aggiunge: “Inviterò (il premier israeliano) a venire in Ungheria, dove posso garantirgli che la decisione della Cpi non avrà alcun effetto”.
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