Stati Uniti
«È chiaro che la mia conferma stava diventando una distrazione per il lavoro della transizione Trump-Vance. Non c’è tempo da perdere per la battaglia a Washington, per questo che mi ritiro», ha spiegato l’ex deputato della Florida. In poche ore dal presidente eletto è arrivata l’indicazione come attorney general dell’ex procuratrice della Florida. Anche il presidente della Sec Gary Gensler annuncia le dimissioni per il 20 gennaio prossimo
dal nostro inviato a New York Luca Veronese
21 novembre 2024
4' di lettura
Matt Gaetz si ritira dalla corsa. Rinuncia, non sarà il ministro della Giustizia della nuova amministrazione repubblicana nonostante le rassicurazioni e l’insistenza di Donald Trump. Una mezza sconfitta per il presidente eletto, o forse una perdita calcolata nella più ampia strategia di formare un governo di rottura, anche con la tradizione repubblicana, con ministri fedelissimi, anche se non esperti o qualificati. Determinati comunque a portare avanti l’agenda del Maga, Make America Great Again. In poche ore, per sostituire Gaetz, Trump ha chiamato Pam Bondi, già procuratrice generale della Florida, nemica dell’ObamaCare, contraria alle coppie omosessuali, vicina alla destra populista già dal 2016 e nel team di difesa di Trump per respingere l’impeachment al Senato nel 2020.
Travolto dagli scandali di sesso e droghe
Gaetz aveva tutte le carte in regola per fare parte della nuova amministrazione, ma gli scandali sessuali e i sospetti per l’abuso di droghe, uniti a un’avversione di fondo della parte più moderata dei repubblicani hanno spinto l’ex deputato della Florida a fare un passo indietro. Favorendo probabilmente il via libera ad altre nomine discusse da parte del Senato, dove i repubblicani hanno una maggioranza di soli tre seggi, e dove quindi ogni voto, anche quello dei conservatori meno vicini a Trump risulta decisivo.«Ho avuto incontri eccellenti con i senatori. Ho apprezzato il sostegno ricevuto da molti. È chiaro però - ha spiegato Gaetz - che la mia conferma stava diventando una distrazione per il lavoro della transizione di Donald Trump e di JD Vance. Non c’è tempo da perdere per un battaglia prolungata a Washington ed è per questo che ritiro il mio nome dalla corsa a ministro della Giustizia. Sarò comunque sempre grato per essere stato indicato come ministro della Giustizia».
Il ministro vendicatore
Gaetz avrebbe dovuto essere il ministro vendicatore, l’uomo per fare pulizia dei nemici di Trump al dipartimento della Giustizia e chiudere con un colpo di spugna e senza esitazioni tutti processi e le accuse fatte dalla magistratura in questi anni contro il tycoon. Lo stesso Gaetz si era spinto fino a pianificare «l’eliminazione di agenzie governative come l’Fbi» che fanno capo al dipartimento di Giustizia.«Apprezzo gli sforzi fatti Matt Gaetz anche negli ultimi giorni per cercare ottenere la conferma come ministro della Giustizia. Stava facendo bene - ha commentato Trump - ma allo stesso tempo non voleva essere una distrazione per l’amministrazione, cosa che rispetto. Matt ha un grande futuro e non vedo l’ora di assistere alle grandi cose che farà».Trumpiano di ferro, 42 anni, fervente anti-abortista, deputato dal 2016, Gaetz era stato indicato da Trump come attorney general nonostante non abbia mai lavorato nel dipartimento di Giustizia e nemmeno come procuratore a nessun livello di governo. Era stato però il principale alleato di Trump nel cacciare dalla Camera la vecchia guardia repubblicana, colpevole - a dire della nuova destra populista - di essere troppo morbida con i democratici e di cercare addirittura accordi bipartisan su questioni cruciali come il debito federale. Con Pam Bondi, Trump ha trovato un ministro altrettanto aggressivo e con una carriera alle spalle che ne giustifica la nomina.
Lo scontro con i repubblicani al Senato
Trump aveva promesso di difenderlo ad ogni costo, ma le polemiche hanno fatto di Gaetz una figura ormai impresentabile e quindi sacrificabile, almeno in questa fase della transizione. Negli incontri di mercoledì diversi senatori repubblicani non avevano nascosto i loro dubbi, a cominciare dalla senatrice del Maine, Susan Collins, che fin dal principio su Gaetz si era detta «scioccata» per «una designazione poco seria».Gaetz è stato a lungo indagato, prima dalla magistratura e poi da una Commissione speciale della Camera, per avere partecipati a festini con droghe e avere avuto rapporti con una ragazza minorenne. Per evitare complicazioni, lo stesso Gaetz si è dimesso da deputato, mentre i repubblicani alla Camera hanno bloccato la divulgazione del rapporto finale della Commissione d’inchiesta. Lo scandalo era tuttavia già esploso, i file segretati e le testimonianze di donne presenti ai festini hanno iniziato comunque a circolare. Anche per questo Gaetz ha rinunciato, per evitare lo scontro al Senato e lasciare spazio ad altri fedelissimi di Trump.
Pam Bondi al posto di Gaetz
Dopo la rinuncia di Gaetz nel giro di poche ore, Trump ha fatto sapere di avere scelto l’ex procuratrice generale della Florida, Pam Bondi, come ministro della Giustizia. «Sono orgoglioso di annunciare che Pam Bondi sarà la prossima procuratrice generale degli Stati Uniti», ha spiegato Trump in un post su Truth. Bondi, che ha svolto il ruolo di procuratrice generale della Florida dal 2011 al 2019, è apparsa con Trump durante la campagna nei giorni che hanno preceduto la vittoria elettorale. Trump si è detto certo che Bondi sarà in grado di «rimettere a fuoco» il dipartimento di Giustizia. «Per troppo tempo, il dipartimento di Giustizia è stato usato da una parte politica come arma contro di me e altri repubblicani. Non accadrà più. Pam rimetterà a fuoco il dipartimento di Giustizia riportandolo al suo scopo che è combattere la criminalità e rendere di nuovo sicura l’America», ha detto il presidente eletto. «Conosco Pam da molti anni. È intelligente e tenace, ed è una combattente di America First, farà un lavoro fantastico».