«Saremo implacabili contro chi pensa di usare il nome italiano per vendere prodotti che non hanno l’eccellenza che l’Italia può vantare», ha detto la premier al Vinitaly. La lotta contro contraffazione e italian sounding
DAL NOSTRO INVIATO
Verona Scarpe di ginnastica e abiti comodi, la premier Giorgia Meloni ha percorso ieri chilometri e chilometri per quasi tre ore tra i caldi e super affollati padiglioni del Vinitaly. In difesa del made in Italy e del settore del vino.
Misure in difesa
«Saremo implacabili contro chi pensa di usare il nome italiano per portare avanti e vendere prodotti che non hanno l’eccellenza che l’Italia può vantare», ha detto dopo la prima tappa nel grande edificio azzurro del ministero dell’Agricoltura. Le misure sono pronte: contro la concorrenza sleale e l’italian sounding «che ci sottraggono decine di miliardi ogni anno, abbiamo pensato a una serie di norme di protezione nella legge quadro sul Made in Italy».
Un’edizione da record
Parole che hanno scaldato la platea di Verona, un’edizione da record della fiera, sia per le presenze degli operatori sia per quelle dei politici. Per un giorno l’auditorium si è popolato di tanti ragazzi, quelli premiati al concorso per gli istituti agrari del ministero dell’Agricoltura. Sul palco Francesco Lollobrigida, sempre accanto alla premier, da uno stand all’altro.
Un tour tra i vini delle regioni
Nell’applausometro del Vinitaly, Meloni ha battuto se stessa rispetto all’edizione 2023. Il mondo dei vignaioli, stupito della presenza che era stata annullata a causa dei venti di guerra di sabato, l’ha benevolmente costretta a brindisi, foto in posa e selfie di massa. Un tour dal Trentino, al Lazio e alla Toscana, dall’Abruzzo del rieletto Marco Marsilio, al Veneto con il padrone di casa, Luca Zaia. «Se c’è stato un calice per il terzo mandato? No, non ne abbiamo parlato, le ho regalato la bandiera della Serenissima, l’unica al mondo con la parola pace», spiega il governatore. La premier ha lasciato uno spiraglio: «A livello parlamentare, per ora, non c’è una maggioranza sul terzo mandato, ma è ancora presto per vedere». E l’Autonomia differenziata? Risposta secca: «L’approvazione non dipende da me, lungi dal governo mettere pressione al Parlamento». Tra grandi rossi e bollicine, all’uscita da qualche stand, sosta per altre risposte sulla politica. Su Elly Schlein: «La sua telefonata sul Medio Oriente mi ha fatto piacere, un contatto doveroso, lo facevo anch’io quando ero all’opposizione. Ci siamo scambiate i punti di vista, questo può portare anche in Parlamento a lavorare meglio». Una battuta a chi le ha fatto notare i mega manifesti con la sua immagine per la campagna elettorale: «Sono il leader del partito con chi altri li vorrebbe fare?».
Vino, pezzo fondamentale della nostra identità
Una maratona faticosa quanto il rifiuto di svuotare i calici offerti. Anche dal giornalista Bruno Vespa produttore di vini pugliesi e dall’enologo Riccardo Cotarella (che si occupa pure delle bottiglie di Massimo d’Alema). «Fra poche c’è il Consiglio dei ministri e sono a stomaco vuoto», ha declinato Meloni, lodando «il vino come pezzo fondamentale della nostra identità». L’unica bottiglia (tappata) con cui si è fatta fotografare è stata quella “sociale” dei detenuti dell’isola di Gorgona, voluta da Frescobaldi.
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15 aprile 2024 ( modifica il 16 aprile 2024 | 08:02)
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