Meloni: «Dossier? Nel peggiore dei casi sarebbe reato di estorsione. Su mia sorella Arianna si accaniscono per colpire me»

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«Nessuno Stato di diritto può tollerare una cosa del genere». Giorgia Meloni interviene sulla vicenda dei dossieraggi. «Le inchieste dicono che il dossieraggio su di me è cominciato già alla fine del governo Draghi quando si capiva che sarei potuta andare al governo. Mi aspetto che la magistratura vada fino in fondo, perché, nella migliore delle ipotesi, alla base di questo lavoro c'era un sistema di ricatto ed estorsione, ma nella peggiore siamo davanti al reato di eversione», ha detto la premier Giorgia Meloni n una anticipazione del libro di Bruno Vespa (Hitler e Mussolini. L'idillio fatale che sconvolse l'Europa e il ruolo centrale dell'Italia nella nuova Europa).

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Meloni: «Colpire Arianna è come colpire me»

«Quando è uscita questa notizia, mia sorella mi ha mandato la foto dell'estratto del suo conto in banca.

C'erano 2.100 euro. Mi ha scritto: "Se me l'avessero chiesto, lo avrei detto io quanto avevo sul conto", con la faccina che ride. Credo che si accaniscano su Arianna perché non ha le tutele che posso avere io, ma colpire lei è come colpire me. Purtroppo per loro, hanno a che fare con un'altra persona che non ha scheletri nell'armadio», ha detto Meloni a proposito del caso dei conti spiati dal dipendente bancario poi licenziato. 

 «Su legge elettorale disponibile a confronto»

«Penso che quello della legge elettorale sia un tema di competenza parlamentare e poi non ho amato i governi che tentavano di apparecchiarsi la legge elettorale scrivendo norme cucite addosso a loro stessi, anche se poi non funzionavano mai, e non utilizzerò lo stesso metodo. In materia di confronto sulla legge elettorale sono estremamente disponibile con tutti. Le norme devono essere giuste per tutti, soprattutto per i cittadini, non utili ad alcuni». 

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