Fatti a motore
di Marco Scafati | 22 Ottobre 2024
Il trend negativo del mercato dell’auto nell’Unione Europea è proseguito anche a settembre. Il mese scorso le immatricolazioni di autovetture nuove sono diminuite del 6,1%, soprattutto a causa delle performance negative delle principali piazze continentali: Francia -11,1%, Italia -10,7% e Germania -7%. Solo la Spagna ha fatto registrare una crescita, pari al 6,3%.
Tali numeri, dopo i risultati positivi del primo semestre, fanno si che il cumulato dei primi nove mesi dell’anno rimanga più o meno invariato rispetto allo stesso periodo del 2023: +0,6%, con quasi 8 milioni di veicoli venduti. In questo quadro, Spagna (+4,7%) e Italia (+2,1%) si sono mantenute in terreno positivo, mentre Francia e Germania hanno perso rispettivamente l’1,8 e l’1 per cento.
Allargando l’analisi a tutta l’Europa occidentale, dunque anche ai paesi EFTA e al Regno Unito, il passo indietro di settembre risulta essere del 4,2%, mentre nei primi nove mesi dell’anno ci si attesta sul +1%.
Per quanto riguarda il tipo di alimentazione, il mese scorso le vendite di auto a benzina sono diminuite del 17,9%, e valgono ora il 29,8% del mercato. Cali più consistenti per il diesel (-23,5%), che ora pesa per il 10,4% sul totale.
L’incognita più grossa, tuttavia, continua a venire dall’elettrico. Inteso sia “puro” che ibrido ricaricabile alla spina. Nonostante la crescita di settembre (+9,8%), i volumi di auto 100% elettriche da inizio anno sono calati del 5,8% e la quota di mercato complessiva è scesa al 13,1% dal 14% del 2023. E la causa va ricercata, principalmente ma non esclusivamente, nel crollo delle vendite in Germania: -28,6%.
Le ibride plug-in, nondimeno, a settembre hanno perso il 22,3% delle immatricolazioni, con cali generalizzati in tutti i principali mercati UE. Il mese scorso le auto ricaricabili alla spina hanno rappresentato il 6,8% del mercato con 54.889 unità vendute, in calo rispetto all’8,2% dello scorso anno.
“E’ del tutto evidente che il nodo da sciogliere per il ritorno del mercato dell’auto nell’Europa Occidentale alla normalità, oltre al recupero del potere di acquisto delle persone, è quello della transizione energetica“, si legge in una nota del Centro Studi Promotor. Che chiosa: “è indispensabile che l’Unione Europea ridefinisca al più presto la sua politica per la transizione energetica nell’auto partendo da presupposti razionali e non ideologici, senza penalizzare il settore dell’auto e distribuendo i costi della transizione in funzione della capacità contributiva delle persone e dei soggetti economici”.