“Mi disse ‘morirai in questa casa’. Ero a terra, mi prendeva a calci e mi ha rotto il naso a pugni. Oggi è latitante”: il dramma di Chiara Balistreri a Verissimo

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Una storia terribile fatta di manipolazione e di violenze domestiche. La “vittima” Chiara Balistreri ha raccontato a Verissimo la sua storia e tutte le botte che ha dovuto subire dall’ex fidanzato, oggi latitante perché fuggito dagli arresti domiciliari, concessi nonostante prima di farsi arrestare era stato irreperibile per due anni e mezzo. “Sono stati due anni e mezzo terribili, sono due anni e mezzo che lui è latitante, – ha spiegato a Silvia Toffanin – da quando ho sporto denuncia nel 2022, in questo mese ancora di più perché abbiamo saputo che è tornato in Italia, ed è stato messo ai domiciliari, dai quali è scappato. La paura ti cambia. Ti cambia il modo di vivere, il modo di pensare”.

Dunque la ragazza ha denunciato il suo aguzzino nel 2022: “Le minacce sono iniziate dopo la denuncia da parte mia nel 2022. Lui continua a essere attivo sui social, a diffamarmi, a spiegare le sue ragioni del perché mi picchiasse. Non si è mai pentito di quello che ha fatto”. Chiara si è affidata e si è fidata di quel ragazzo che sembrava “sensibile, dolce, affettuoso. Mi sembrava il principe azzurro”. Tutto è cambiato dopo un anno con le prime botte: “È stato un crescendo. A un certo punto le violenze sono diventate costanti. Immagina di stare con una persona che sembra il principe azzurro e poi si rivela un mostro. È sempre stato geloso, poi la cosa andava ad aumentare. Era geloso di come mi vestivo, del trucco, dei social…”.

Poi è accaduto l’evento più grave e terribile: “Quando l’ho denunciato perché mi ha rotto il naso il giorno di San Valentino. Da tempo mi ero accorta che non andasse qualcosa tra noi. Lo sapevo ma non avevo strumenti. Lui minacciava di ammazzarsi. Quando dicono di non andare all’ultimo appuntamento è vero. Lui mi ha detto: ‘In questa casa tu oggi muori’, perché mi era arrivato un messaggio da un amico. Ho provato a parlarci, ma qualsiasi cosa facessi era un incentivo per lui per fare peggio. Si innervosiva e mi alzava le mani. In quel momento ho cercato di parlarci ma era inutile, ha iniziato picchiarmi. Ero a terra, mi prendeva a calci e pugni. Sono intervenuti i suoi genitori. Ero sul pianerottolo, aggrappata alla ringhiera. Sono riuscita a rialzarmi, quando mi sono rialzata lui è venuto da me e mi ha rotto il naso a pugni”.

A quel punto qualcosa è successo dentro Chiara: “Sua madre urlava, c’era una grande disperazione. Lui non si è calmato neanche con il mio sangue a fiumi. Ho cercato di rimanere lucida, mi diceva che me lo meritavo. Ha iniziato a picchiarmi all’una di notte e sono entrata in ospedale alle quattro del mattino. I dottori si sono accorti che qualcosa non andava e lo hanno fatto uscire. Io lì, per la prima volta, ho avuto il coraggio di raccontare tutto. Ho chiamato la mia migliore amica e l’ho informata di tutto. Lei ha chiamato mia madre, o non avevo il coraggio di dirle: ‘Sai che mi ha fatto quello che tu mi hai sempre detto che mi avrebbe potuto fare?’.

La vittima di questa storia, naturalmente, ha denunciato tutto, ma le cose non sono andare come sperava: “Mi sono affidata alla Legge, ma ho avuto delusioni. Lui è riuscito a scappare e a rimanere impunito. La fiducia mi è venuta a mancare quando si sapeva dove lui fosse, dato che postava sui social. Io mi ripeto sempre una cosa: se non avessi reso pubblicamente questa cosa, sarei stata una di quelle donne che aspettava Giustizia. Io l’ho detto: ‘preferisco registrarmi da viva’. Nessuno gli sta impedendo di fare quello che vuole. Sua madre lo difende, io credo che loro non conoscano l’amore. Un figlio non va sempre difeso ma anche ripreso lì dove sbaglia. È colpa di certi madri se i figli riescono a fare qualcosa del genere, ne sono convinta. La madre mi ha detto: ‘Cosa ti hai fatto? Mica ti ha uccisa’”. Oggi quell’aguzzino è ancora a piede libero.

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