“La Campania è un territorio ricco di storia vitivinicola che esprime ben quattro docg. I suoi vini sono conosciuti per qualità e sapore in tutto il mondo. Parliamo di una regione di eccellenza in questo settore. Ma non dobbiamo solo soffermarci sulla qualità dei prodotti. Il comparto garantisce livelli di occupazione importanti. E’ qui che bisogna investire perchè l’agricoltura è un asset strategico che ha bisogno però di linee guida che possano aiutare lo sviluppo di questi settori. Le aziende vinicole e le dimore storiche svolgono un ruolo fondamentale anche in termini di difesa del territorio, valorizzando il patrimonio storico e promuovendo un turismo di qualità”. Lo ha dichiarato Luigi Nave (M5s), promotore della conferenza stampa “Campania terra di vini antichi e passione contemporanea” che si è svolta nella sala Caduti di Nassirya del Senato della Repubblica, con l’ausilio di Ciro Di Pietro, chief restructuring officier.
“Il vino, per me, rappresenta molto di più di un semplice ‘prodotto’ da vendere. È una connessione con le mie radici - ha sottolineato Luigi Casoli, presidente della Dimora storica Tenute Casoli -, con la storia della nostra famiglia e del nostro territorio. Negli ultimi anni stiamo lavorando per espandere la produzione e raffinare ulteriormente la qualità, ma sempre con un occhio di riguardo per la tradizione. Innovazione, sì, ma senza mai dimenticare da dove veniamo. In quest’ottica le dimore storiche, come quella delle Tenute Casoli, rappresentano un patrimonio inestimabile, ma gestirle comporta una serie di criticità e al contempo offre opportunità uniche. Richiedono una costante manutenzione per preservarne l'integrità ma vi sono vincoli burocratici spesso insormontabili e costi elevati. Al tempo stesso le dimore storiche sono attrazioni turistiche di grande richiamo. Offrono esperienze uniche. Sfruttare questo potenziale è un’opportunità per attirare visitatori e generare reddito, contribuendo anche alla promozione del territorio circostante. la loro gestione richiede una visione strategica che sappia coniugare la salvaguardia del patrimonio con la creazione di opportunità economiche. La sfida è trovare l’equilibrio tra la conservazione della loro autenticità e l'adattamento alle esigenze moderne.
Secondo Tommaso Ricozzi, consigliere dell’Osservatorio Forum dei Sapori: “per espandere la notorietà dei vini campani nel mercato globale, è fondamentale la partecipazione a fiere internazionali del settore, come Vinitaly, e la creazione di eventi enologici locali e internazionali che mettano in contatto i produttori con buyer, sommelier e appassionati. Il lavoro sinergico tra aziende vinicole campane, consorzi di tutela e istituzioni regionali è essenziale per promuovere una narrazione unitaria e strategica del vino campano, facilitando la promozione collettiva e lo sviluppo di reti di distribuzione più efficaci. Utilizzare i social media, blog e piattaforme digitali per raccontare le storie dei produttori, i processi di vinificazione e le tradizioni legate al vino campano permette di raggiungere un pubblico più ampio e diversificato, soprattutto tra le giovani generazioni”. Sulla necessità di puntare all’aumento della visibilità dei vini campani si è soffermato Roberto De Donno, docente di Marketing del Centro ricerche, istruzione e sviluppo, che ha invitato a considerare non solo il prodotto finale di eccellenza ma a dare valore alla storia, al lavoro alle straordinarie tradizioni che sono alla base della sua produzione. Un testimonianza d’amore che parte da lontano e resta impressa nella mente e nel cuore del consumatore”.
Un focus sulla tutela di queste risorse di fronte a fenomeni criminali è stato illustrato da Fulvio Baldi, sostituto procuratore generale presso la Corte di Cassazione: “Le condotte criminali che portano ai reati relativi alle produzioni del vino possono riguardare sia il prodotto che l’etichettatura. Corrispondono a reati che intercettano varie oggettività giuridiche estremamente serie: la salute pubblica e l’economia ma anche l’immagine del Paese. La falsificazione di etichette e la commercializzazione di vini non conformi, adulterati, prevedono sanzioni penali molto serie. Per prevenire questi fenomeni bisogna puntare anche su educazione al consumo e controlli accurati da parte delle forze dell’ordine”.