Qualsiasi consumatore, oggi, sa che gli alimenti che acquista, anche al supermercato, possono essere certificati come biologici. Si tratta di frutta e verdura, ma anche latticini, uova e carne, prodotti senza pesticidi e in modo sostenibile. Ben pochi invece sanno, però, che anche i fiori possono essere “bio”, con caratteristiche del tutto diverse dai fiori che, magari, arrivano da altri Paesi, o sono completamente fuori stagione. Tanto che, spesso, muoiono rapidamente.
Altro che pesticidi: decotti, infusi e microorganismi
Ma che cosa significa coltivazione biologica dei fiori? Ce lo spiega, Mara Zambelli, coltivatrice biologica, tecnico di agricoltura biologica e floral designer, ideatrice e responsabile di “Tuliprendi”, la flower farm dell’azienda agricola biologica “Le Terrazze del Canto” a Mapello, in provincia di Bergamo, e autrice del libro Fiori bio. Manuale per la coltivazione sostenibile di fiori da reciso, in arrivo nei prossimi mesi per Terranuova editore.
“Per coltivazione biologica”, spiega Mara Zambelli, “si intende una coltivazione che segue i valori del manifesto del biologico. Il mio modo di coltivare, ad esempio, è biologico ‘estremo’: non utilizzo neanche i fitofarmaci ammessi nel biologico e sui fiori apporto solo decotti, macerati, infusi e microrganismi creati da me, come nell’agricoltura organica e rigenerativa. Insomma cerco di coltivare fiori senza inquinare, nella maniera più sostenibile possibile, andando a incrementare la sostanza organica e quindi l’humus del suolo”.
Flower farm, un’esperienza “totale”
Ma dove si possono acquistare fiori biologici e sostenibili? “La maggior parte dei fiori che acquistiamo”, spiega l’esperta, “vengono da varie parti del mondo, via nave, aereo o gomma, e sono coltivati in Paesi dove si sfrutta la manodopera e ci sono grandi coltivazione intensive – infatti i fiori qui sono tutti esattamente uguali tra loro – che inquinano il suolo e le falde acquifere e fanno insorgere parecchie malattie. Per evitare di incrementare questo mercato di fiori inquinanti bisognerebbe andare direttamente in una flower farm, cercandole in rete, per scegliere il proprio prodotto. Ci sono varie aziende che producono fiori. Andarci può essere anche un’occasione per vivere un’esperienza unica: vedere come si coltivano i fiori, conoscere chi li coltiva, scoprire specie nuove e mai sentite, fare attività legate ai fiori, come dei workshop per creare ghirlande natalizie, centrotavola o bouquet”.
Chi non riesce a recarsi in una flower farm, tuttavia, spesso non sa a chi rivolgersi. Cosa fare, in questo caso? “Alcuni fioristi si riforniscono dalle flower farm per i prodotti stagionali, quindi il consumatore può chiedere al fiorista da dove arrivano fiori. In questo modo sappiamo cosa stiamo comprando, chi li coltiva e anche che non vengono usate sostanze chimiche”.
I fiori sono stagionali, come la verdura
L’incertezza, tuttavia, riguarda non solo la provenienza, ma anche il tipo di fiore da acquistare. Anche su questo ci viene in aiuto Mara Zambelli. “I fiori, come la frutta e la verdura, sono stagionali, anche se noi siamo abituati ad andare dal fiorista e trovare qualsiasi tipo di fiore. Questo non è realistico, alcuni fiori ci sono solo in alcune stagioni. Ad esempio, i tulipani fioriscono in primavera, le dalie in estate e in autunno, ma anche, in autunno, i crisantemi, gli ultimi cosmos, amaranti, tageti, nasturzio e celosie. Anche per gli allestimenti, matrimoni o comunioni, si dovrebbero chiedere fiori stagionali, che tra l’altro sono più belli perché hanno i colori di quella stagione”.
Ma comprare fiori recisi è un gesto ecologico? Non sarebbe meglio acquistare una pianta? “Piante e fiori sono due cose diverse, i fiori recisi danno emozioni impagabili per i loro colori, il loro profumo e anche per il fatto che la loro bellezza è passeggera. Inoltre, nella maggior parte dei casi, tagliando il fiore non uccido la pianta, e più raccolgo e più produce fiori. Non è insomma un oltraggio alla natura”. Piuttosto, conclude l’esperta, “impariamo a curarli meglio: i fiori recisi vanno tenuti in acqua fresca e pulita, non vanno mai messi vicino a caloriferi o sotto correnti d’aria come finestre aperte o condizionatori, l’acqua va cambiata ogni giorno e nelle stagioni calde non vanno messi sotto la luce diretta del sole. Sarebbe meglio infine, ogni giorno, spuntare la fine del gambo con un coltello da fiorista con un taglio ‘a fetta di salame’ per ravvivare i pori dello stelo attraverso cui il fiore beve. Così un fiore biologico dura molto di più, a volte fino a due settimane, e questo ci consente di godere della sua bellezza molto a lungo”.