Dopo gli scontri di Bologna, l'ex ministro Pd getta acqua sul fuoco dei centri sociali. "Lì dentro c'è qualcosa di diverso che andrebbe capito". Ma dimentica qualcosa...
"So benissimo chi c'è nei centri sociali". Da quelle parti, al massimo, "si possono anche annidare contraddizioni", ma nulla di più. Così Rosy Bindi ha cercato di spegnere le polemiche sorte dopo gli scontri di Bologna e accompagnate dalla richiesta del vicepremier, Matteo Salvini, di ricorrere alla linea dura contro i "covi di delinquenti". A giudicare dalle parole pronunciate oggi su La7, tuttavia, l'ex presidente del Partito Democratico ha dato l'impressione di avere una visione abbastanza parziale di quei luoghi, finiti troppo spesso al centro delle cronache.
Oggi - ha affermato Bindi in tv - i centri sociali "non sono luoghi ideologici, sono luoghi nei quali si cerca di far fronte al disagio sociale di giovani, di famiglie. Sono un'altra cosa rispetto agli scontri tra destra e sinistra degli anni settanta. Lì dentro c'è qualcosa di diverso che andrebbe capito". Verrebbe da riavvolgere il nastro per riascoltare attentamente le argomentazioni dell'ex europarlamentare dem. Alcune di esse, infatti, lasciano interdetti. Rosy non ha torto quando dice che i centri sociali sono luoghi nei quali confluiscono situazioni di difficoltà e forme di disagio, ma compie un errore di valutazione sostenendo che non siano ideologizzati.
#tagada “Rispetto agli scontri degli anni Settanta i centri sociali sono cambiati”https://t.co/PpjD9mL2pz
— La7 (@La7tv) November 13, 2024Non si può infatti negare che molti centri sociali di area siano animati da valori ultraprogressisti, che talvolta si esprimono in forme di manifestazione del pensiero oltremodo accese. Proprio questo oltranizsmo rosso fa sì che talvolta in quei luoghi trovino ospitalità anche militanti inclini all'intolleranza, se non addirittura alla violenza. Cosa comporti tutto ciò, lo testimoniano le cronache, che raccontano di cortei infuocati con lanci di bombe carta e di petardi contro le forze dell'ordine. I centri sociali, recentemente, sono scesi in piazza anche a fianco degli anarchici e di chi esponeva le foto delle più alte cariche istituzionali a testa in giù.
La Cassazione, in una sentenza emessa nei mesi scorsi, sanciva inoltre che fra gli attivisti del centro sociale torinese Askatasuna ce ne sono alcuni che coltivano propositi di "lotta armata" attraverso la "preordinata provocazione di contrasti con le forze dell'ordine". Ma in Italia anche altri centri sociali sono sotto l'osservazione costante delle forze dell'ordine proprio per il rischio di infiltrazioni da parte di estremisti. In questo senso, la fotografia scattata in tv da Rosy Bindi ci sembra "leggermente" fuori fuoco e non in grado di rappresentare la realtà nel suo complesso.
Su La7, l'ex ministro ha anche replicato a quanti avevano chiesto al centrosinistra di prendere le distanze dalle violenze seminate a Bologna dai centri sociali.
"Non apprezzo mai nessuna azione violenta, ma la destra non ha mai preso le distanze da chi ha insanguinato il Paese: perché danno lezioni a noi? La sinistra italiana ha pagato con il sangue le vittime del terrorismo rosso", ha affermato Bindi.