18 Novembre 2024 16:49
L’ex centro della nazionale francese, Nyedzi Kpokpoya è morta a soli 47 anni in circostanze da accertare lo scorso mercoledì 13 novembre ma l’ufficialità del decesso è arrivata solo lunedì 18. Si era ritirata dal basket nel 2005 dandosi alla finanza. Nel 2002-2003 aveva vestito i colori della Virtus Viterbo in A1.
Triste notizia per la pallacanestro francese che nella giornata di lunedì 18 novembre ha dovuto far fronte alla notizia dell'improvvisa morte di Nyedzi Kpokpoya, ex giocatrice di basket e della nazionale che è scomparsa all'età di 47 anni. La notizia è stata confermata dalla stessa federbasket transalpina mentre si indaga sulle cause del decesso, al momento definito dalle autorità "accidentale".
Nyedzi Kpokpoya, nativa di Saint-Brieuc, è morta "accidentalmente" qualche giorno fa, precisamente mercoledì 13 novembre, mentre si trovava a Marsiglia, ma l'ufficialità del decesso è arrivata solamente lunedì 18, come annunciato dalla stessa Federazione francese di pallacanestro in un comunicato stampa. Le indagini sul decesso sono al momento in corso e non si conoscono le circostanze precise della sua morte della ex nazionale 47enne.
Chi era Nyedzi Kpokpoya, ex nazionale francese di basket morta a 47 anni
Di ruolo centro, Nyedzi Kpokpoya – classe 1976 – ha giocato in Francia ad Aix-en-Provence, Rennes e Villeneuve-d'Ascq, dopo aver iniziato la sua carriera al Valenciennes per poi fermarsi rapidamente nel 2005 al Saint-Amand con un decennio trascorso ad alto livello. "Kpo", come veniva soprannominata, era riuscita ad accumulare infatti anche 21 selezioni in Nazionale tra il 1994 e il 1996. La sua carriera si conclude nel 2005 al Saint-Amand non prima di un'esperienza in Italia: tra il 2002 e il 2003 aveva infatti indossato la casacca della Virtus Viterbo, poi arrivata 11a in Serie A1.
Una volta ritiratasi dal mondo del basket Kpokpoya si è riqualificata in tutt'altro campo professionale: in finanza, lavorando per una società di consulenza a Londra. Nel 2014, Nyedzi Kpokpoya aveva anche deciso di pubblicare un libro, intitolato "Rebound", in cui aveva trasposto i concetti sportivi all'interno di diverse situazioni lavorative quotidiane.