"Orban uno scandalo, Open Arms tutto bene?". Salvini a valanga: quello che "scordano" su Ilaria Salis

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"Se un Paese chiede di processare chi ha usato l'immunità per scappare dal carcere è uno scandalo, ma se un ex ministro dell'Interno - mandato a processo dalla sinistra - rischia sei anni di carcere per aver difeso i confini va tutto bene...". Lo scrive sui social il vicepremier e ministro Matteo Salvini, con chiaro riferimento da una parte a Ilaria Salis e quanto avvenuto ieri all'Europarlamento, e dall'altra al processo Open Arms in corso a Palermo che lo vede imputato di sequestro di persona e rifiuto d'atti d'ufficio.

Mercoledì la Salis, eletta all'Europarlamento nelle liste di Alleanza Verdi e Sinistra, si è appellata ai colleghi di Strasburgo affinché rigettino la richiesta avanzata dal governo ungherese di revocarle l'immunità parlamentare e farla andare a processo a Budapest, dove è stata in carcere per un anno (e rimessa in libertà proprio dopo la sua candidatura con AVS) accusata di aver partecipato al pestaggio in strada di un militante di estrema destra insieme ad altri "compagni".

"Per le autorità ungheresi sono una criminale ancora prima della sentenza, è una persecuzione", si è lamentata l'eurodeputata e "antagonista" in una conferenza stampa durante la sessione plenaria del Parlamento europeo. "Voglio porre una domanda a Victor Orban: davvero in Ungheria è normale affermare che una persona è un criminale, che ha commesso un reato, prima che il giudice abbia emesso una sentenza? In quella che in bocca del suo primo ministro è stata definita una 'democrazia illiberale', come possono i magistrati giudicare con la necessaria serenità un imputato che è definito dal suo presidente 'delinquente', 'nemico pubblico' o 'terrorista'?" domanda ancora Salis. "Molti media filogovernativi ungheresi - aggiunge l'eurodeputata - come il Magyar Nemzet hanno pubblicato dozzine di articoli contro di me e propongono la stessa narrazione diffamatoria nei miei confronti". "Questa persecuzione", continua l'europarlamentare, "è cominciata durante la mia incarcerazione e ha assunto i connotati di un vero e proprio accanimento quando poi sono stata eletta al Parlamento europeo".

"Vergogna in aula a Strasburgo. L'eurodeputata Ilaria Salis dimostra ancora una volta di non rispettare la democrazia e si rifiuta di rispondere alle nostre domande - la accusano invece Susanna Ceccardi e Anna Maria Cisint, europarlamentari della Lega -. D'altronde, il suo analfabetismo istituzionale è ormai noto". "Lei continua a insultare il nostro Paese dicendo che l'Italia è una vergogna, noi riteniamo che l'unica vergogna sia il fatto che la Salis sia stata candidata e ora rappresenti l'Italia al Parlamento europeo. Dopo il discutibile intervento della Salis in aula, abbiamo alzato la mano per rivolgerle due domande, una prassi comune e consolidata. Volevamo chiederle due cose. Primo, come mai fosse d'accordo a mandare a processo Salvini e non a difendersi lei stessa in un processo. Secondo, se quelle vittime ungheresi a cui è stata spaccata la testa meritino di avere un processo che accerti i responsabili. Lei non ha accettato, è fuggita dal confronto come è fuggita dal processo ungherese. Compimenti, che coraggio!", concludono Ceccardi e Cisint.

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