Pamela l'infermiera-pugile 'cuore e gambe per l'Europeo'

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Ha lasciato il Camerun quando aveva otto anni, e l'impatto con l'Italia non è stato dei migliori.
    Nessuna discriminazione, per fortuna, questione piuttosto di armocromia. I colori della sua Africa stridevano con il grigio della città: ora Pamela Malvina Noutcho Sawa è una giovane 32enne, infermiera al Pronto Soccorso dell'ospedale Maggiore e pugile professionista, ci ha messo una vita ad ottenere la cittadinanza, ma anche per l'Italia il 25 ottobre nella sua Bologna salirà sul ring per il titolo europeo. Quello Silver lo ha vinto lo scorso aprile, e adesso si alza l'asticella per la campionessa che da prof è imbattuta, sette incontri su sette centrati. "Ci siamo, è da luglio che mi sto preparando tantissimo per questa sfida - racconta all'ANSA l'atleta - studiando l'avversaria, che nel frattempo è anche cambiata (incrocerà i guantoni con la 27enne serba Nina Pavlovic che ha sostituito la spagnola Sheila Martinez). Sto facendo tanto lavoro di gambe e di fiato, spero di arrivare all'appuntamento al top".
    Nel capoluogo emiliano, che ha fatto quadrato per tifare la sua pugile-infermiera, si accenderanno le luci del Paladozza per la finalissima continentale dei pesi leggeri che vale anche per l'accesso al mondiale. "Spero davvero di poter coronare questo sogno - racconta ancora la pugile - ho una città che mi sta sostenendo in tutto, il Comune ha messo a disposizione l'impianto, gli sponsor". Un amore quello per la boxe nato da un colpo di fulmine. "Non avrei mai pensato di poter salire su un ring, come molti sbagliando lo vedevo come uno sport violento - dice la pugile dell'A.S.D. Bolognina Boxe - tutto è nato mentre facevo tirocinio in un centro di accoglienza, c'era una palestra. Ho provato e non ho più smesso: adesso non potrei immaginare una vita senza la boxe". In palestra Pamela corre non appena lascia i pazienti del pronto soccorso. "L'ospedale del resto è un po' un ring, non devi mai perdere il controllo, la calma la concentrazione - dice - il rapporto con i pazienti mi ha aiutato tanto, si impara ogni giorno". La vita in corsia le piace, e nel lavoro il "sogno è approdare al Triage, il mio obiettivo dopo la sfida per l'Europeo". Una sfida per il titolo assoluto che Pamela sta preparando nei dettagli: "Sono aggressiva sul ring, molto di pancia, e il mio tecnico mi ripete che per fare il salto di qualità serve più tattica. Ci sto lavorando infatti". Il modello sul ring è la statunitense Claressa Shields, arrivata a vincere l'oro olimpico ("vorrei essere come lei". E anche Pamela Malvina di strada ne ha fatta tanta: soprattutto ha impiegato anni per poter diventare cittadina italiana: è successo solo nel 2022 dopo un iter lunghissimo. "Prima o poi arriverà - mi ripetevo - ma intanto senza molte opportunità dal lavoro allo sport me le perdevo. Io sono felice e orgogliosa di essere italiana". Ai Giochi di Parigi ha seguito il caso dell'algerina Imane Khelif e della rinuncia di Angela Carini. ""Non c'è stato sport, hanno vinto le pressioni fatte dall'esterno - dice - che hanno condizionato l'atleta. Carini è una bravissima pugile, e mi dispiace che quell'episodio possa aver compromesso tutto. Non so se riuscirà a tornare sul ring serena. Quanto a Imane sono felice che abbia fatto vedere il suo pugilato e a prendersi la medaglia che meritava. Diciamo però che è stata un'occasione mancata in generale". Sono passati tanti anni da quando quella bimba ha lasciato il suo paese, e nonostante i paradossi burocratici, sono arrivate molte soddisfazioni. "Il primo approccio con l'Italia è stato un po' traumatico - dice ora sorridendo - in Camerun la vita era a colori, tanto verde e il rosso della terra. Qui mi sono ritrovata il grigio dei palazzi. Poi ho cominciato a scoprire tutto il resto, e sono felice qui. In Camerun sono tornata nel 2018 e mi sembrava di stare su un altro pianeta: ma lì ho ancora una parte della famiglia, nonni, zii, altri tifosi a distanza, ed è stato un po' riallacciare i fili, ora mi sento completa, insomma senza punti in sospeso". Adesso c'è solo da fare un altro passo: vincere il titolo europeo.
   
   

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