"Per la destra le donne sono uteri viventi": Schlein perde la testa, scoppia il caso

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Michele Zaccardi 26 ottobre 2024

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Al comizio conclusivo della campagna elettorale del centrosinistra a Genova, Elly Schlein le ha sparate grosse. E invece che concentrarsi sulle (presunte) qualità del candidato Andrea Orlando, rivendicando la bontà della sua scelta, ha preferito attaccare il governo (e Giorgia Meloni) su tutto. Anche su questioni che con la Liguria non c’entrano nulla. «C’è una bella differenza tra le leadership femminili e le leadership femministe: non ce ne facciamo niente di una premier donna che non si batte per i diritti di tutte le altre donne di questo Paese e per migliorare le condizioni di vita e di lavoro di tutte le altre donne di questo Paese. Specie se guida un partito e una destra che, anche nelle parole del candidato Bucci, dimostra di relegare le donne al ruolo di uteri viventi e di welfare vivente» ha detto Schlein dal palco del teatro Politeama genovese. «Il valore e il contributo delle donne alle società» ha aggiunto, «non si misura nel numero di figli che fanno».

Non solo, perché ieri la segretaria dem non si è certo risparmiata. «Invece che raccontarci che l’occupazione non è mai stata così alta dai tempi di Garibaldi, dico a Giorgia Meloni di lasciar stare i nostri eroi repubblicani e preoccuparsi invece dei suoi amici repubblichini» ha detto poi Schlein, riferendosi alla Repubblica Sociale Italiana. Ma ha anche attaccato direttamente il sindaco di Genova e candidato per il centrodestra alla guida della Regione. «Marco Bucci è in piena continuità con sistema di potere precedente, lui lo rivendica al punto che ha ricandidato l’assessore alla salute uscente, come fosse andato tutto bene e non lo è» ha spiegato. Intanto, la resa dei conti all’interno del M5s va avanti, dopo la fine del contratto di collaborazione che legava il fondatore Beppe Grillo al movimento. Ieri Giuseppe Conte è intervenuto respingendo l’uso da parte dei media della parola “parricidio” per descrivere lo strappo tra lui e Grillo. «È un termine giornalistico, che non ha molto senso» ha detto, «un’enfasi inutile».

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E alla domanda se si tratti di una rottura definitiva, ha risposto: «Direi che è una vicenda assolutamente marginale rispetto a quello che è il processo costituente che un’intera comunità sta vivendo. Siamo assolutamente concentrati su proposte, soluzioni, nuovi obiettivi strategici. Siamo nel pieno di questo esperimento di democrazia partecipativa e deliberativa» ha aggiunto Conte, «con tutto il rispetto a quei giornali e giornalisti. Viene data molta enfasi a questo aspetto, ma è un aspetto per me controattuale». Anche perché, ha scherzato il leader del M5s, «non ho mai visto un parricidio compiuto attraverso la risoluzione di un rapporto contrattuale». 

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