Le esigue tracce rinvenute sulla scena dell’omicidio di Pierina Paganelli, la 78enne uccisa a coltellate a Rimini il 3 ottobre 2023, potrebbero venire confrontati con i campioni di Dna degli abitanti del condominio dove la donna abitava. Tra questi ci sono anche quelli di Manuela Bianchi, la nuora dell’anziana, e di suo fratello Loris. I due non sono mai stati indagati dalla Procura.
Loris e Manuela Bianchi.
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Proseguono le indagini sul caso di Pierina Paganelli, la 78enne uccisa a coltellate a Rimini il 3 ottobre 2023 e trovata morta nel garage del condominio dove abitava. Le esigue tracce di Dna rinvenute sulla scena dell'omicidio potrebbero venire confrontati con i campioni contenuti delle banche dati nazionali.
All'interno delle banche sono contenuti anche quelli dei soggetti del condominio di Via del Ciclamino, dove la donna è stata uccisa, che hanno acconsentito al prelievo. È probabile quindi che possa avvenire una comparazione anche con i Dna di Manuela Bianchi, la nuora di Pierina, e di suo fratello Loris, mai indagati dalla Procura e riconosciuti come parte offesa.
"Le tracce rinvenute verranno comparate con i Dna di tutte le persone che hanno fornito campioni in maniera volontaria e che sono presenti nella banca dati nazionali, tra cui ci sono ovviamente anche Manuela e Loris. Anche se al momento noi non abbiamo l'evidenza della decisione del gip", spiega a Fanpage.it il criminalista Davide Barzan che, insieme all'avvocata Nunzia Barzan, difende i fratelli Bianchi.
"Si tratta di profili genetici misti, nei quali sembra che la componente femminile sia maggioritaria rispetto a quella maschile, ma sono tracce molto esigue. Perché i reperti sono stati conservati male ed è verosimile che la scena del crimine sia stata anche ripulita dall'assassino di Pierina", aggiunge il consulente. Gli indumenti della vittima infatti sono stati conservati umidi hanno sviluppato della muffa che ha distrutto ogni altra traccia.
I campioni saranno a disposizione dei consulenti delle parti e del genetista Emiliano Giardina per procedere, laddove possibile, alla comparazione con le tracce rinvenute sulla scena del crimine: due profili genetici isolati sulla gonna di Pierina e un'impronta digitale sulla parete del garage dove la 78enne è stata trovata accoltellata.
Con l'impronta sarebbe già stata fatta una comparazione che escluderebbe il genoma dell'unico indagato, Louis Dassilva, il 34enne arrestato e condotto in carcere dal 16 luglio con l‘accusa di omicidio.
"Dassilva non era sulla scena del crimine – ha ribadito l'avvocato dell'uomo, Andrea Guidi – e se non ci saranno nuovi elementi probanti, se non ci sarà alcunché neanche dalla telecamere a quel punto come difensori, l'avvocato Riario Fabbri ed io, valuteremo la possibilità di chiedere una revisione della gravità indiziaria e quindi chiederemo al gip la scarcerazione".
Per i legali dei figli di Pierina, Monica e Marco Lunadei, "il quadro indiziario tiene comunque" considerando che anche quando Dassilva è stato arrestato a luglio non c'erano le prove di una sua presenza sulla scena del crimine, il Dna non era stato isolato e non c'erano state comparazioni. Allora il giudice per le indagini preliminari Vinicio Cantarini aveva comunque disposto la misura cautelare in carcere, poi confermata dal Tribunale del Riesame di Bologna.