Ranucci ricicla la storia della militanza giovanile. Il titolare della Cultura incassa la fiducia del premier
Poche ore prima che “Report” vada in onda su Rai3, con le annunciate rivelazioni su Alessandro Giuli, si sa che la premier Giorgia Meloni è stata a pranzo con lui. Il ministro della Cultura è da settimane sotto attacco, ha già collezionato le dimissioni di due capi di gabinetto, ma è significativo che Palazzo Chigi confermi l’indiscrezione. Un modo per blindare Giuli, con un incontro in un “clima conviviale, all’insegna della serenità, con lo sguardo rivolto alle iniziative del Mic da qui alla fine della legislatura”, rivela un big di Fdi. D’altronde, già la sorella della premier, Arianna Meloni, aveva fatto sapere che Giuli “ha certamente il sostegno di FdI, non gli è mai mancato”.
Ma quali sono le “bombe” sganciate da Ranucci contro Giuli, che ha preso il posto di Gennaro Sangiuliano dopo lo scandalo Boccia? Non certo la protesta di un curatore che non ha visto riconosciuto il suo ruolo nella prossima mostra sul futurismo ed è stato sostituito, o i sospetti sulla gestione del Maxxi di cui Giuli era presidente, con al fianco Francesco Spano (avversato da alcuni di FdI) e la storia del conflitto d’interessi di quest’ultimo con il suo compagno, che ha portato alle dimissioni da capo di gabinetto; né le notizie non nuove sul pedigree di destra
familiare di Giuli e sulla vicinanza a 20 anni al movimento neonazista Meridiano zero. Ieri sera, la puntata ha deluso chi si aspettava tanto da travolgere Giuli e magari far traballare il governo Meloni.