«Il mio caso è identico a quello della Boccia. Mi era stato detto di occuparmi della mostra sul futurismo ma dopo un anno e mezzo mi hanno comunicato che dovevo fare un passo indietro perché erano arrivate voci irriguardose al ministero nei miei riguardi e che non avevo avuto alcun incarico formale». Lo dice a Report il critico d'arte Alberto Dambruoso in una clip che anticipa un servizio della trasmissione condotta Sigfrido Ranucci che andrà in onda domenica su Rai3.
«La mia situazione non è molto dissimile da quella che poi è successa alla signorina Boccia», premette il critico. «Ho ricevuto anche io un incarico che di fatto non è stato poi, come dire, formalizzato. Nel senso che io non ho avuto il contratto».
"Perché Giuli dovrebbe dimettersi": Fulvio Abbate, parole chiare sul ministro
Nel centrodestra, intanto, gli animi si sono rasserenati dopo le polemiche dei giorni scorsi seguite alle dimissioni di Francesco Spano, il capo di gabinetto scelto dal ministro della Cultura Alessandro Giuli (nominato il 6 settembre dopo l’addio di Sangiuliano). Ora si attende la scelta del successore di Spano: ieri, intanto, è saltato per «sopraggiunti impegni istituzionali» il previsto incontro del ministro della Cultura con le rappresentanze sindacali del dicastero.