Report contro il centrodestra mentre si vota in Liguria per il rinnovo del consiglio regionale. La puntata del programma di Sigfrido Ranucci andata in onda questa sera, domenica 27 ottobre, ha messo nel mirino - come già ampiamente annunciato negli ultimi giorni - l’attuale ministro della Cultura Alessandro Giuli e il suo ex capo di gabinetto, Francesco Spano, che si è dimesso ad appena 10 giorni dalla nomina.
Una dipendente del Maxxi, il museo diretto da Giuli prima di entrare nel governo e in precedenza da Giovanna Melandri, al giornalista di Report ha detto: “Francesco Spano era il fedelissimo di Giovanna Melandri. Quando arrivò Giuli fece una giravolta di 360 gradi e diventò l'uomo di fiducia di Giuli, anzi la sua eminenza grigia dentro al Maxxi. Era Spano che decideva tutto”. Quando le è stato chiesto come mai Giuli abbia dato tutto questo spazio a Spano, la donna ha risposto: “Perché non sapeva come gestire un museo. Nel discorso che fece a noi dipendenti quando arrivò disse: sono qui per imparare".
Report, poi, insiste sul presunto conflitto di interessi che riguarda Spano. "Saranno almeno 6 anni che il compagno di Spano riceve dal Maxxi l'incarico come consulente legale del museo", ha aggiunto la dipendente. Poi, alla domanda se da quando Spano era tornato fosse stata dichiarata questa potenziale incompatibilità, la dipendente ha risposto: "Che io sappia no". L'autore dell'inchiesta, Giorgio Mottola, ha ricordato: "Nel 2017 quando Spano si dimette dall'ufficio antidiscriminazione va a lavorare per la Human Foundation, fondazione di Giovanna Melandri. L'anno dopo la Human Foundation offre un incarico di consulenza legale anche all'avvocato di Spano, Marco Caranabuci. Che nel medesimo periodo ottiene una nomina a consulente legale anche dal Maxxi, allora presieduto da Giovanna Melandri. Caranabuci fino ad oggi ha sempre ottenuto il rinnovo della consulenza legale da parte del Maxxi anche quando nel 2022 Francesco Spano è stato richiamato a fare il segretario del Museo durante la presidenza di Giuli".
La trasmissione di Ranucci, poi, passa al caso della mostra sul Futurismo. “C’era un lunghissimo protocollo che era stato intrapreso e concordato. Cioè, erano d'accordo su tutti gli spostamenti, i costi, eccetera" ma poi "c'è stato un veto totale" da parte del ministro Sangiuliano che sulla mostra sul Futurismo ha deciso tutto e "non l'ha fatto mai neanche Mussolini", ha detto lo storico dell'arte Fabio Benzi, uno dei massimi esperti del Futurismo e curatore per Kröller Museum in Olanda di una mostra proprio sul futurismo a cui l'allora direttore del Maxxi, Giuli, si era rivolto per proporgli di portarla in Italia. "Poi ho saputo che sarebbero andati a parlare con il ministro e c'è stato un veto totale", ha detto Benzi. Veto, ha poi aggiunto, da parte di “Sangiuliano in persona" il quale avrebbe detto che "questa mostra la dobbiamo fare noi". "Era la mostra di un italiano... - ha ipotizzato Benzi -. Quindi non so noi chi. Forse quelli della sua parte politica, immagino". Il co-curatore Alberto Dambruoso, intervistato sempre da Report, ha denunciato invece di aver ricevuto un incarico poi mai formalizzato: “La mia situazione non è molto dissimile da quella che poi è successa alla signorina Boccia".
Nel corso della trasmissione infine sono state mostrate anche le foto della ferita sulla testa dell’ex ministro Sangiuliano che sarebbe stata provocata dall’imprenditrice Maria Rosaria Boccia.