Per la prima dopo quasi due anni il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha parlato al telefono con il presidente russo Vladimir Putin. L’ultima volta era stata nel dicembre 2022. Il colloquio è durato circa un’ora. Poco prima – spiega il governo di Berlino – il cancelliere aveva parlato anche con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. A Putin Scholz ha chiesto il ritiro delle truppe dall’Ucraina e negoziati con Kiev. Sono richieste che Mosca probabilmente respingerà al mittente come ha sempre fatto finora con qualsiasi interlocutore. Nella telefonata con Putin, riferisce lo Spiegel, Scholz ha condannato gli attacchi aerei russi contro le infrastrutture civili in Ucraina e ha sottolineato che l’invio di soldati nordcoreani in Russia per missioni di combattimento comporta una grave escalation ed espansione del conflitto. Ma l’iniziativa non è piaciuta a Zelensky: questa telefonata, sottolinea il presidente ucraino, “aiuterà il presidente russo a ridurre il suo isolamento e, in ultima analisi, a far proseguire la guerra in Ucraina“. L’unico leader europeo a commentare al momento è il premier polacco Donald Tusk che ha riferito che Scholz gli ha riferito del colloquio: “Mi ha fatto piacere sentire – ha rilevato il capo del governo di Varsavia – che non solo ha condannato l’aggressione russa, ma ha anche ribadito la posizione polacca: ‘Niente che riguardi l’Ucraina senza l’Ucraina’”.
E Putin cos’ha risposto? Che un possibile accordo per porre fine al conflitto in Ucraina deve “basarsi sulle nuove realtà territoriali”. Il Cremlino fa riferimento alle “proposte” “delineate, in particolare, in un discorso in giugno al ministero degli Esteri russo”. Si tratta di un intervento in cui Putin poneva come condizioni per un cessate il fuoco il ritiro delle forze ucraine dalle quattro regioni parzialmente occupate dalla Russia e l’impegno a non entrare nella Nato.
Il ragionamento ribadito dal presidente russo è partito dalla premessa che il conflitto – questa è la tesi di Mosca – “è il risultato diretto di molti anni di politica aggressiva della Nato volta a creare un trampolino di lancio anti-russo sul territorio ucraino, ignorando gli interessi del nostro Paese nella sfera della sicurezza e calpestando i diritti dei residenti di lingua russa“. Quanto alle relazioni tra Mosca e Berlino, Putin ha parlato di un “degrado senza precedenti in tutte le direzioni come conseguenza del comportamento ostile delle autorità tedesche”. Il capo del Cremlino ha sottolineato tra l’altro che “la Russia ha sempre rispettato rigorosamente gli obblighi derivanti dai contratti nel settore energetico ed è pronta ad una cooperazione reciprocamente vantaggiosa se la parte tedesca si mostrerà interessata”.
Scholz e Putin hanno convenuto di “mantenere le comunicazioni”. Resta da capire se questa iniziativa del cancelliere tedesco possa nascondere davvero un risveglio dei leader europei, che dal punto di vista diplomatico sono stati finora del tutto assenti sulla questione russo-ucraina impegnandosi solo sul piano di rafforzamento della Difesa e della corsa al riarmo. Giusto un mese e mezzo fa i giornali tedeschi avevano raccontato che Scholz stava cercando di ristabilire una linea di comunicazione con il Cremlino e le motivazioni erano sia economiche sia politiche. Come noto Scholz è un cancelliere “in scadenza”: è previsto un voto di fiducia al Bundestag il 16 dicembre e – senza i voti dei liberali che sono usciti dal governo – è verosimile che il cancelliere non abbia più una maggioranza in Parlamento. Tanto che è già stata fissata la data del ritorno alle urne, il 23 febbraio.
A luglio scoppiò un caos nelle capitali europee dopo che il presidente dell’Ungheria Viktor Orbàn – presidente di turno dell’Ue – fu protagonista di un tour che lo portò prima a Kiev (dove incontrò Zelensky), poi a Mosca (dove ebbe un confronto con Putin, primo contatto dei leader di Bruxelles dall’invasione del febbraio 2022) e infine a Pechino (dove parlò col presidente cinese Xi Jinping). I vertici delle istituzioni europee accusarono Orbàn dicendo che non aveva “il mandato per impegnarsi con la Russia per conto dell’Ue” e lui replicò affermando che “non è possibile arrivare alla pace stando comodamente seduti in poltrona a Bruxelles”. Va anche detto che a quegli incontri, dal punto di vista diplomatico, non hanno avuto né seguiti né particolari effetti.
***
Nella foto in alto | L’ultimo incontro tra Putin e Scholz al Cremlino. Era il 15 febbraio 2022, 9 giorni prima dell’invasione dell’Ucraina