Con il Natale alle porte, la riflessione sul Presepe è doverosa. In tanti infatti contestano la Natività all'interno delle scuole in quanto sarebbe "razzista". Eppure, si chiede Mario Giordano in diretta a Fuori dal Coro, "cosa dobbiamo fare? Mettere il burqa alla Madonna? Avvolgere Gesù bambino nelle pagine del corano?". Per il giornalista e conduttore di Rete 4, "ormai siamo arrivati a questo: che a scuola si festeggia il Ramadan, ma fare il Presepe è razzista. Quello no".
Ma Giordano dice di andare controcorrente: "Noi amiamo il Presepe, lo abbiamo fatto e diciamo: 'viva la tradizione, perché la tradizione è cosa buona e giusta". Tempo addietro, era il 2019, lo storico dell'arte Tomaso Montanari definì il presepe una "inaudita violenza" e il simbolo della "banalità del razzismo". All'epoca il rettore dell'Università per stranieri di Siena si scagliava contro l'assessore all'Istruzione del Piemonte, Elena Chiorino, di Fratelli d'Italia.
La riflessione di Mario Giordano su chi dice che fare il presepe nelle nostre scuole è razzista.
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Il motivo? Una lettera scritta dalla Chiorino alle scuole della Regione, per chiedere di "valorizzare presepi e recite di Natale" e "tutelare e mantenere vive l'identità culturale e le tradizioni". L'assessore aveva spiegato che "la ricorrenza natalizia e le conseguenti tradizioni come il presepe, l'albero di Natale e le recite scolastiche ispirate al tema della Natività sono parte fondante della nostra identità culturale e delle nostre tradizioni". E Montanari dietro quelle parole ci vedrebbe "una violenza inaudita", nei confronti delle scuole, della Costituzione, dei cattolici "che credono davvero". E, ultimi ma non per ordine di importanza, confronti dei migranti.