Se il buongiorno si vede dal mattino, cominciamo male. Pronti, via, e già al primo minuto di gioco della nuova partita europea, l’ineffabile Teresa Ribera, responsabile delle politiche green Ue nonché vicepresidente esecutiva della Commissione di Ursula von der Leyen, difende a corpo morto l’assurdo stop alle auto a benzina e diesel entro il 2035 (cioè subito, di fatto). L’argomento usato dalla socialista spagnola, un’autentica talebana green, è che lo stop nel 2035 «dà prevedibilità». Ma certo: si tratta solo di capire prevedibilità di cosa. Realisticamente, dei seguenti effetti catastrofici: crollo del mercato automobilistico, collasso industriale e occupazionale, e gran festa per il dragone cinese. Colpisce in questo senso anche l’ottusità ideologica con cui la pupilla di Pedro Sanchez continua a non prendere atto del comportamento dei consumatori, che - nonostante una campagna martellante- rifiutano l’imposizione delle auto elettriche. Ma nemmeno questa evidenza sembra in grado di persuadere i fanatici della transizione a rivedere la loro impuntatura e il loro calendario a tappe forzate. (...)