Tragedia Natisone, tre ragazzi morti per la piena: l’inchiesta non è più contro ignoti, ci sono indagati

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La conferma è venuta dall’avvocato Gaetano Laghi, che assiste la famiglia di Cristian Casian Molnar, il venticinquenne morto nella piena del fiume lo scorso 31 maggio, insieme alle amiche Patrizia Cormos e Bianca Doros.

Bianca Doros, Patrizia Cormos e Cristian Casian Molnar

Bianca Doros, Patrizia Cormos e Cristian Casian Molnar

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Si registra una svolta significativa nell'indagine sulla tragedia del Natisone, in cui persero la vita tre giovani travolti dalla piena del fiume lo scorso maggio: sul fascicolo, inizialmente a carico di ignoti, è stato messo nero su bianco. Ci sarebbe infatti almeno un indagato.

A confermarlo è l’avvocato Gaetano Laghi, che rappresenta la famiglia di una delle vittime (Cristian Molnar). "Il fascicolo è passato dal modello 44 al modello 21, e cioè da indagati ignoti a indagati noti – ha ricordato il legale -. L'ho scoperto, per caso, nelle scorse ore, caricando degli atti, nel portale Giustizia".

Si tratta di un'evoluzione abbastanza scontata dell'inchiesta, attendiamo ora di capire quante e quali persone saranno chiamate a rispondere per la morte dei tre amici, posto che la famiglia che assisto si attende giustizia".
"Sono persuaso che si arriverà presto alla chiusura delle indagini – ha concluso l'avvocato -, considerati i tempi che sono stati necessari per gli accertamenti" ha concluso Laghi.

La tragedia di Natisone è avvenuta il 31 maggio scorso. Nel primo pomeriggio, alcuni passanti notarono tre ragazzi in difficoltà nel fiume, gonfiato dalle piogge di quel periodo: i giovani (insieme a Cristian c’erano le ragazze Patrizia Cormos e Bianca Doros) si erano avventurati sulla riva per scattare alcune foto, ma furono sorpresi dalla piena, che inizialmente li bloccò su un isolotto e poi li travolse. I corpi vennero ritrovati solo dopo diversi oggi.

All'inizio di giugno il procuratore Massimo Lia ha annunciato l’apertura di un fascicolo contro ignoti, per il reato di omicidio colposo, “una scelta tecnica – aveva spiegato -, per fare chiarezza sull’accaduto. Le indagini si sono concentrante sulle tempistiche e modalità dei soccorsi, sull'accesso alla riva e sulle verifiche dei protocolli e delle competenze, per determinare se siano stati commessi errori decisivi.

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