Giornalista economico e saggista
Zonaeuro - 23 Ottobre 2024
Questo è il Parlamento europeo più a destra di sempre e Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, fiutando il vento si è spostata rapidamente a destra, come del resto comanda anche il suo partito, il Partito Popolare Europeo di cui sono componente fondamentale i Cristiano Democratici tedeschi da cui proviene la von der Leyen. La domanda è: fino a che punto la sinistra europea e quella italiana di Elly Schlein vorranno seguire a destra la nuova Unione Europea? Sembra infatti che Ursula voglia perseguire la “politica dei due forni”: da un lato vuole i voti della sinistra, dei verdi e dei liberali; d’altra parte quando le fa comodo, come nel caso dei migranti, si appoggia invece alla destra che più destra non si può.
Non solo il Parlamento Europeo – con l’ovvio consenso di Ursula – ha auspicato che gli Stati europei e la Nato permettano all’esercito ucraino di usare le loro armi dentro al territorio russo; Ursula va anche in guerra contro l’immigrazione e i richiedenti asilo, contro i poveracci disperati che varcano in massa i confini europei per cercare rifugio dalle guerre e dalla miseria economica. Infatti la von der Leyen si è detta molto interessata ai centri di detenzione e di rimpatrio locati all’estero e sperimentati disastrosamente in Albania dalla nostra Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: peccato però che questi centri di detenzione siano già stati dichiarati illegali dalla stessa Unione Europea! Sembra che Ursula voglia riformare (a destra) le leggi della Ue in modo che la pura etnia europea non sia… contaminata da quelle aliene!
Ma questo è un errore strategico dal momento che la popolazione europea sta calando e invecchiando e che senza immigrazione nessuno pagherà le pensioni nostre e dei nostri figli. Invece di investire miliardi per governare e ampliare l’immigrazione legale, per educare e formare nuova e fresca forza lavoro, nuovi cittadini europei anche di pelle scura, Ursula e Meloni sprecano miliardi su miliardi per tentare inutilmente di respingere crudelmente una ondata umano che non si fermerà.
La verde Ursula, che per farsi nominare Presidente della Ue nel 2019, aveva impostato un ambizioso quanto fallimentare piano di riconversione energetica, sembra che abbia ormai abbandonato le sue velleità ecologiche e si sia invece riconvertita alla guerra d’attacco contro la Russia. Contro Putin questa Ue dimostra di essere ancora più aggressiva degli Stati Uniti d’America e dell’Amministrazione Biden. Biden infatti, insieme a Olaf Scholz, premier tedesco, e al premier inglese Keir Starmer, non ha dato il permesso al presidente dell’Ucraina Zelensky di usare missili di lunga gettata per colpire la Russia e i suoi centri militari; al contrario la von der Leyen non teme che l’Europa – che peraltro non ha neppure un suo esercito – si scontri frontalmente con la Russia. Un clamoroso esempio di servitore troppo zelante. Un clamoroso esempio di stupidità politica che va contro gli interessi dei popoli europei e che li mette a rischio di guerra atomica.
L’America, che ha un suo esercito molto potente e che di guerra ne ha fatte tante (praticamente tutte perse, dall’Iraq all’Afghanistan) è invece molto prudente e, come la Nato, non vuole scontrarsi direttamente con la Russia di Putin per timore di un conflitto che la coinvolgerebbe direttamente e che diventerebbe atomico. Biden preferisce sostenere l’Ucraina dal di fuori, ma con molta parsimonia e prudenza. L’America non vuole rischiare nulla per l’Ucraina: del resto si sa che al centro della politica estera americana non c’è né l’Europa né la Russia, né tanto meno l’Ucraina, ma la Cina di Xi Jinping e la questione di Taiwan.
Ora la domanda è: fino a quando la sinistra europea, e soprattutto quella italiana, tollererà le politiche di destra e belliciste della Ue? Nel nome dell’utopia federativa la sinistra finora ha promosso la Ue e le sue politiche di austerità che hanno falcidiato il mondo del lavoro e i giovani. La sinistra finora ha tollerato e appoggiato il liberismo di Maastricht che condanna qualsiasi tipo di intervento e programmazione pubblica nell’economia in nome dell’assoluta libertà di mercato; e ha sopportato i tagli alla spesa pubblica e al welfare che hanno impoverito i cittadini. La sinistra non ha mai protestato contro la completa deregolamentazione dei mercati finanziari voluta da questa Ue; e non ha mai contrastato apertamente le politiche economiche controproducenti a antipopolari di Bruxelles e Francoforte.
Ora che l’Unione Europea comincia a boicottare anche i diritti umani e i diritti universali (come sono ovviamente quelli dei richiedenti asilo) e corre irresponsabilmente incontro alla guerra con Putin, che cosa farà la sinistra? Continuerà a essere europeista-liberista “senza se e senza ma” come ha fatto finora perdendo milioni di voti popolari? o invece comincerà finalmente a contrastare le assurde politiche della Ue in nome degli interessi popolari e nazionali?
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