Il Tar ha respinto il ricorso del generale: secondo l'Esercito italiano il libro di Vannacci viola il principio di imparzialità politica
Roberto Vannacci è stato ufficialmente sospeso per 11 mesi dall'Esercito italiano a seguito della decisione dl Tar del Lazio, che ha respinto il ricorso avanzato dal generale contro la decisione dei vertici del corpo militare. La sospensione per Vannacci prevede la detrazione di anzianità e il dimezzamento dello stipendio. Quanto deciso nei confronti del generale è una misura disciplinare che fa riferimento alle polemiche innescate dalla pubblicazione del libro "Il mondo al contrario" dello scorso anno, caso letterario del 2023 con milioni di copie vendute. L'iniziativa disciplinare è stata avanzata su richiesta di istruttoria partita dal ministro Guido Crosetto.
La sanzione disciplinare nei confronti del generale è basata sulla violazione del principio di imparzialità politica che deve guidare i militari in attività. Secondo i vertici dell'esercito, invece, nel volume si riscontrano "carenza del senso di responsabilità" e "lesione al principio di neutralità/terzietà della Forza Armata". L'avvocato del generale in merito alla pronuncia del Tar ha dichiarato che la "vicenda non è da ritenersi conclusa, in quanto sarà presentato appello al Consiglio di Stato per chiedere la riforma della decisione ed eventualmente se necessario portando la questione all'attenzione della Corte europea dei diritti dell'uomo".
Quel libro, che ha rappresentato il punto d'ingresso di Vannacci in politica, prima ancora che venisse candidato dalla Lega come indipendente alle ultime Elezioni Europee, conquistando centinaia di migliaia di voti, è stato di contro anche fonte di numerose grane, al di là della sanzione disciplinare dell'Esercito. Infatti su Vannacci pende ancora un processo penale con l'accusa di istigazione all'odio razziale. L'inchiesta è coordinata dal pm Erminio Amelio e il tutto è partito da una denuncia sporta da Luca Comellini, maresciallo in congedo dell’aeronautica ma, soprattutto, segretario generale del Sindacato dei Militari.
Ad agosto 2023 presentò la denuncia alla Procura militare di Roma per perseguire "la necessità di tutelare la dignità, la reputazione e l’onore dei militari comunque iscritti al sindacato e di quelli comunque facenti parte dell’ordinamento militare appartenenti alle ‘minoranze’ (omosessuali, transessuali, cittadini italiani di seconda generazione) gravemente pregiudicate dal contenuto del testo". È stata invece archiviata l'accusa di diffamazione presentata dalla pallavolista Paola Egonu nei confronti del generale. Nel libro Vannacci scrive che "anche se Paola Egonu è italiana di cittadinanza, è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l'italianità".
Per il giudice quella frase è "impropria e inopportuna" ma "non risulta tuttavia emergere un superamento del limite della continenza che possa dirsi indicativo della volontà, da parte dell'indagato, di offendere gratuitamente la reputazione".