Velasco: 'I figli dei migranti diventano italiani solo quando conviene'

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"Lo sport secondo me riflette un'ingiustizia, quando conviene i figli dei migranti diventano italiani, quando non conviene invece no. Se è un buon giocatore o una buona giocatrice vedrete che diventerà italiano e firmano tutti, anche i partiti contrari saranno d'accordo". Così Julio Velasco, ct della nazionale femminile di pallavolo, a margine del Premio Mecenate dello Sport - Varaldo di Pietro. "Cosa si può fare? Bisogna chiedere ai politici. Io sono di questa idea, deve esistere uno Ius tutto, Ius soli, scholae, sport. Nel mondo di oggi un ragazzo che nasce, studia e lavora in Italia deve essere italiano", ha aggiunto. 

"Rinnovo con la nazionale? Sì, sento ancora gli occhi di tigre, arriverò a Los Angeles 2028. Siamo d'accordo con il presidente Manfredi, ne stiamo già parlando", ha affermato Velasco in un'intervista alla trasmissione "Casa Italia" di Rai Italia, dove ha annunciato di fatto il rinnovo sulla panchina della nazionale femminile azzurra che con lui ha vinto l'oro olimpico a Parigi. La trasmissione andrà in onda venerdì 1 novembre 2024. 

Julio Velasco ha ricevuto oggi il "Premio Mecenate dello Sport - Varaldo Di Pietro". Il riconoscimento gli è stato consegnato questa mattina presso il Salone d'Onore del Coni nella cerimonia moderata dal giornalista e presidente della Lega Pro, Matteo Marani, e dal capo della redazione sportiva dell'ANSA, Piercarlo Presutti.

Erano presenti anche il n.1 della Fipav, Giuseppe Manfredi, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, e il presidente Giovanni di Pietro dell'omonima fondazione. "Nel pantheon degli sportivi Velasco merita un posto speciale - ha detto Malagò -. Il termine 'mecenate' sembra quasi un ossimoro, ma si è tali anche nello spirito e nell'animo. Perché nel caso di Julio, da essere un professionista, un tecnico in questo caso, si diventa quasi degli imprenditori e non come il lessico tradizionale economico lo intendete".   

Commentando l'oro olimpico a Parigi, Malagò ha detto: "Se oggi siamo diventati un Paese ancora più rispettato e prestigioso all'estero è grazie a questa medaglia d'oro della pallavolo". "Siamo uno dei paesi più polivalenti del mondo - ha aggiunto il n.1 del Coni - Ma dal 1896 a oggi, ovvero in 128 anni, abbiamo vinto sei ori di squadra. Dunque siamo un grande paese individualista e polivalente, ma ora ci auguriamo di essere anche diventati un paese in grado di vincere di squadra". A Malagò è stato inoltre riconosciuto il "Premio Speciale Mecenate dello Sport", perché con la sua gestione "lo sport olimpico italiano ha raggiunto eccezionali traguardi", si legge nella motivazione del riconoscimento. 

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