Meloni dal Libano biasima il comportamento delle opposizioni sul caso Albania: "Sollecitano l'Europa a sanzionare la propria Nazione e i propri cittadini, con il solo obiettivo di colpire politicamente questo governo"
Il tribunale di Roma ha stabilito scelto di non convalidare il trattenimento dei migranti in Albania nei centri costruiti dall'Italia. Una decisione che da Fratelli d'Italia considerano meramente politica. "In aiuto della sinistra parlamentare arriva quella giudiziaria", scrivono dai profili social del partito in un comunicato stampa immediatamente successivo alla decisione, esprimendo tutto il disappunto per una mossa che era già nell'aria e di cui pare che a sinistra fossero già a conoscenza. Il dubbio che possa trattarsi di un provvedimento di natura politica, più che giudiziaria, emerge anche sulla base del comportamento delle principali tre compagini delle opposizioni, che oltre ad aver esultato, in modo anche molto sguaiato, si sono immediatamente mosse in Europa per chiedere un'infrazione nei confronti dell'Italia.
È il presidente del Consiglio Giorgia Meloni a rivelarlo con un messaggio social durante il suo viaggio in Libano di queste ore. "Pd, M5s e Avs hanno presentato un'interrogazione alla Commissione europea chiedendo se intende aprire una procedura d'infrazione contro l'Italia per l'accordo sui flussi migratori con l'Albania", scrive il premier. Ancora una volta, pur di cannoneggiare contro i partiti avversari e perseguire un interesse di partito, le opposizioni sono pronte a ignorare gli interessi degli italiani. "Avete capito bene. Alcuni partiti italiani stanno di fatto sollecitando l'Europa a sanzionare la propria Nazione e i propri cittadini, con il solo obiettivo di colpire politicamente questo governo. Una vergogna che non può passare inosservata", ribadisce il presidente del Consiglio.
Sui social, Giorgia Meloni ha smascherato le opposizioni, rivolgendosi direttamente agli italiani: "Questo è il testo con il quale i parlamentari del PD eletti al Parlamento Europeo chiedono all’Europa di aprire una formale procedura di infrazione contro l’Italia. Vostri rappresentanti che definiscono “illegale” un provvedimento votato dal Parlamento italiano solo perché loro non lo condividono". I vostri rappresentanti, prosegue il premier, "che propongono che l’Italia sia punita, perché la maggioranza dei suoi cittadini ha scelto il centrodestra per governare la Nazione e ha chiesto al governo di fermare l’immigrazione illegale di massa. Questi sono i “democratici” che, contro la volontà della maggioranza degli italiani, chiedono il sostegno esterno per costringere l’Italia a non rispettare la volontà della maggioranza dei suoi cittadini". Un comportamento "semplicemente scandaloso e irresponsabile", lo definisce il premier, "E non c’entrano né destra né sinistra: c’entra solo il fatto che sono disposti a danneggiare l’Italia tutta pur di colpire un Governo a loro non gradito".
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, nel corso della conferenza stampa con il titolare del Viminale Matteo Piantedosi a Ventimiglia, è intervenuto sul caso: "Sono abituato a rispettare le decisioni del potere giudiziario ma vorrei anche che venissero rispettate le decisioni dei poteri esecutivo e legislativo. La democrazia si basa sulla ripartizione dei poteri. Il potere giudiziario deve applicare le leggi, non utilizzarle per impedire all'esecutivo di utilizzare le leggi". Il titolare del Viminale ha aggiunto: "Nutro profondo rispetto per i giudici, ma porteremo avanti la nostra battaglia all'interno dei meccanismi giudiziari: presenteremo ricorso fino ai massimi gradi della giurisdizione".
E oggi, Elly Schlein non si trattiene ed esce allo scoperto con il suo appoggio incondizionato alle organizzazioni non governative.
"La premier fa la bulla contro le organizzazioni non governative che rispettano le leggi più di loro, come oggi è stato ampiamente dimostrato", ha dichiarato alla Direzione del Pd, ignorando le violazioni compiute dalle Ong straniere in spregio alla legge Piantedosi, presente in Gazzetta ufficiale dopo la firma del presidente della Repubblica che ne ha validato l'esecutività. E con il registro che è diventato comune tra i collettivi universitari e scolastici, Schlein batte la carica per il suo partito e annuncia: "Sta a noi fermarli".