El Capitan è il compuer più potente al mondo. Verrà utilizzato anche per prevedere gli effetti del cambiamento climatico
El Capitan. Sì, è la montagna negli Stati Uniti, in California, e è anche il nome del sistema operativo per Mac quando la Apple iniziò a chiamare i nuovi MacOs con i nomi di montagne. Ora però se ne parla perché è il nome del supercomputer più potente del mondo. Non vi sto a dire le caratteristiche nel dettaglio (11 mila nodi calcolo, 5 petabyte di memoria, 1,742 exFlops), tanto se siete esperti di informatica lo sapete già, se non lo siete non vi cambierà niente, se non apprendere che ha un’enorme potenza di calcolo, mai vista.
Solo che, tra le molte cose che può fare El Capitain, è curioso come sia uscita la notizia, dando rilevanza praticamente solo a un aspetto: può simulare gli effetti di una bomba nucleare e, cito il Corriere della Sera, «senza sganciare neppure una bomba» (e per forza, sarebbe strano se per calcolare gli effetti di una bomba dovreste sganciarne una). Anche perché le potenze nucleari di test ne hanno fatti a decine.
Piuttosto, si dà rilevanza a questo proprio l’indomani in cui Putin ha rivisto la sua dottrina nucleare, dichiarando di poter usare l’atomica in risposta a un attacco sul proprio territorio anche con armi convenzionali. Tutti abbiamo paura del nucleare, ma dobbiamo ricordarci una cosa: in quarant’anni di guerra fredda tra Occidente e Unione Sovietica (perfino quando c’era Stalin) non è mai stata usata un’atomica, per una ragione semplice: chi la usa, sarà a sua volta colpito in maniera devastante. Potrebbe innescarsi la fine del mondo? Con le migliaia di testate che l’ex URSS e la NATO si sono puntate a vicenda probabilmente sì, ma è proprio per questo che non saranno usate. La teoria della deterrenza è stata efficace nel far sì che l’Europa vedesse il più lungo periodo di pace mai visto. Questo, come lo sappiamo noi, lo sa anche Putin, altrimenti non starebbe da due anni e mezzo a combattere contro gli ucraini, che nel frattempo sono entrati anche in Russia. Così come ci tiene alla propria vita, e a quella del suo Paese. Sa benissimo che la reazione della NATO sarebbe immediata e altrettanto letale, e meno male che dopo la Seconda Guerra Mondiale siamo finiti nella NATO (che è un trattato difensivo, e ci ha difeso fino a oggi).
Insomma, non farei del terrorismo psicologico nucleare (ci pensa già la Russia), piuttosto la potenza di calcolo di El Capitain sarà utile per molteplici usi. Uno tra i tanti: calcolare gli effetti del surriscaldamento globale a breve e lungo termine, operazione che sì richiede una potenza e velocità di calcolo enorme, poiché le conseguenze si verificheranno (in parte stanno già accadendo) in vari modi più o meno catastrofici e le variabili da calcolare sono immense.
Tra l’altro Greta Thunberg ha fatto più danni che altro nel sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema, sia per l’ingenuità delle soluzioni, sia nel diventare il simbolo di una battaglia che se ci prendevano Chucky la bambola assassina sarebbe stata più simpatica. Ha fallito anche la comunità scientifica, poco ascoltata da negazionisti di ogni tipo, perfino sui vaccini, figuriamoci su qualcosa che non si percepisce nell’immediato. Chissà, invece potrebbe riuscirci El Capitain.