A Valencia carovane a piedi per portare aiuti, i migranti cucinano per gli alluvionati

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   Pale per scavare nel fango, cibo, acqua. Sono le prime necessità delle popolazioni alluvionate della zona di Valencia, con migliaia di cittadini che provano a dare una mano e stanno formano, come raccontano La Vanguardia e altri media, carovane a piedi per portare questi aiuti nelle località più colpite.

   La direzione principale di questo fiume di volontari è da Valencia città verso le zone dell'hinterland devastate dalle inondazioni degli scorsi giorni: tra queste Sedaví, Alfafar, Paiporta, Picanya, Albal e Catarroja. "Grazie a tutti i servitori pubblici e alle migliaia di volontari che, in tragedie come quelle che stiamo vivendo, sono un esempio di solidarietà e dedizione", ha scritto su X il premier Pedro Sánchez.

    Mentre anche l'esercito è in fase di spiegamento per soccorrere le popolazioni colpite, dal centro di coordinamento dei servizi d'emergenza regionali è però anche arrivata una richiesta. "Con la più profonda gratitudine verso i volontari per l'aiuto che stanno fornendo alle popolazioni colpite, vi chiediamo per favore di non recarvi in queste zone, perché il traffico si sta collassando e i servizi d'emergenza non possono accedere", si legge in una nota. 
   

Migranti per strada cucinano per gli alluvionati di Valencia

Decine di migranti si sono messi a cucinare nelle strade di Picanya, uno dei centri più colpiti dell'alluvione. Così in mezzo alle macerie, al fango e a auto distrutte dalla piena, si sono accesi dei barbecue improvvisati, si affettano verdure, si preparano piatti tipici delle cucine di mezzo mondo.

Tutto cibo destinato alla popolazione locale, a chi non ha più una casa. Questi migranti, anche loro sono sfollati. Vivevano in un hotel che è stato allagato dalla piena: vengono da tanti Paesi diversi tra cui Afghanistan, Siria, Georgia e Venezuela. Hanno parlato con il proprietario per poter utilizzare il cibo che si trovava nella dispensa della grande sala da pranzo della struttura e cucinarlo per tutti che ne avessero bisogno.

Ora offrono cibo a tutti coloro che passano e il menu è ovviamente il più vario, a seconda di chi cucina. "Quando c'è da aiutare - racconta un uomo venezuelano alla stampa locale - non ci sono più differenze. Non abbiamo nè luce nè acqua ma siamo contenti di essere sopravvissuti e vogliamo solo dare una mano".

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