Alzheimer e malattie neurodegenerative: ecco come riconoscere i sintomi

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Valutare l'entità di certi segnali può aiutare nel riconoscimento tempestivo della patologia. Ecco come riconoscere certi segnali lanciati dal nostro corpo

 ecco come riconoscere i sintomi

La perdita di memoria è uno dei primi segnali di Alzheimer, ma questa è solo una delle tante malattie neurodegenerative, che non esordiscono nello stesso modo. I segnali lanciati dal nostro corpo sono molteplici e vari. Non tutti i deterioramenti cognitivi sono da ricondurre all'Alzheimer: infatti, dati alla mano, solo il 60% dei soggetti con demenza soffrono di questa malattia, il restante 40% è stato colpito da altre patologie neurodegenerative. Saper subito riconoscere di quale malattia si tratta è una delle sfide della medicina moderna.

Riconoscere l'Alzheimer

"Mentre il sintomo di esordio della malattia di Alzheimer è la perdita di memoria episodica con difficoltà a ricordare eventi avvenuti recentemente, nelle demenze non Alzheimer i processi cognitivi intaccati risparmiano almeno nelle prime fasi, la memoria", spiega a Il Corriere il dottor Alessandro Tessitore, docente di Neurologia all'università della Campania Luigi Vanvitelli.

Dell'Alzheimer sappiamo che l'accumulo di proteina amiloide nel cervello, che a lungo andare provoca la malattia, avviene nel tempo, anche 20 anni prima dell'arrivo dei sintomi. Questi ultimi compaiono quando entra in gioco anche la proteina tau, con conseguente morte dei neuroni. La malattia esordisce con disturbi di carattere soggettivo, come dimenticanze, difficoltà a svolgere alcune mansioni o a ricordare dei nomi. Il decadimento, seppur lieve, avviene in seguito, anche se inizialmente non limita l'autonomia del paziente. Se il processo prosegue, si arriva infine alla demenza, con un decadimento cognitivo tale da limitare l'autonomia dell'individuo.

Tuttavia, come abbiamo detto, l'Alzheimer non è l'unica malattia neurodegenerativa. Conoscere segni e sintomi è fondamentale per fare una corretta diagnosi differenziale e individuare le altre patologie.

Circolazione del sangue: le demenze vascolari

Al secondo posto come incidenza troviamo le demenze vascolari, causate da un insufficiente afflusso di sangue al cervello. Spesso il declino cognitivo si distingue un vari livelli di gravità, frequentemente correlati a fenomeni precedenti come emorragie cerebrali o ictus. A volte a ridurre l'apporto di sangue possono essere anche lesioni che colpiscono arterie di piccolo carico. A seguito di uno di questi fenomeni si può assistere a una perdita delle capacità cognitive, che tende a peggiorare col tempo. I sintomi, dunque, dipendono dall'entità del danno vascolare.

Il male di Robin Williams: la demenza a corpi di Lewy

Un'altra importante patologia neurodegenerativa a cui fare attenzione è la demenza a corpi di Lewy, che viene spesso confusa con il morbo di Parkinson o l'Alzheimer. Costituisce il 10- 15% delle forme di demenza, e pare sia stata la patologia di cui soffrì l'attore Robin Williams. Proprio dall'autopsia effettuata sul corpo dell'artista si scoprì che al posto della proteina amiloide, segno di Alzheimer, c'era un'aggregazione della proteina alfa-sinucleina, che aveva provocato la generazione dei cosiddetti corpi di Lewy.

Questo tipo di demenza non intacca la memoria, almeno inizialmente. I primi sintomi sono la difficoltà di pianificare e mantenere l'attenzione. Risulta inoltre difficile orientarsi nello spazio, e si alternano momenti di lucidità ad altri di piena confusione. Può capitare di avere allucinazioni visive. Riconducibili al Parkinson, invece, sono i tremori e la rigidità muscolare.

La demenza frontotemporale che ha colpito Bruce Willis

Più rara rispetto alle altre, anche la demenza frontotemporale è una patologia significativa. Ultimamente se ne parla di più, perché ha colpito l'attore Bruce Willis. A causarla è un'anomalia della proteina tau (TDP-43), ed è spesso ereditaria. Nel caso del celebre attore, il sintomo d'esordio fu l'afasia, ovvero la difficoltà a parlare e a comprendere le parole. "I pazienti non riescono più a trasformare il pensiero in linguaggio", spiega il professor Tessitore.

Purtroppo questo tipo di demenza è progressiva, anche se la rapidità è variabile. Ad essere maggiormente intaccate, in questo caso, sono la personalità, il linguaggio e anche il comportamento dell'individuo.

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