Il presidente della Comunità ebraica di Milano Gabriel Meghnagi ha deciso di rinunciare alla candidatura all’Ambrogino d’Oro, la massima onoreficenza di Milano. Si profila un altro voto critico per la sinistra: tra i candidati della Lega c’è anche la Brigata Ebraica, fischiata ad ogni corteo del 25 aprile da centri sociali e pro Gaza. Ecco cosa è successo
Una lettera di protesta inviata al sindaco Beppe Sala da iscritti (vicini alla sinistra) in polemica per l’invito del presidente del Senato Ignazio La Russa in Sinagoga all’evento organizzato il 7 ottobre e (soprattutto) il rischio di scatenare polemiche politiche. Sono i motivi che hanno convinto il presidente della Comunità ebraica di Milano Gabriel Meghnagi a rinunciare alla candidatura all’Ambrogino d’Oro, la massima onoreficenza di Milano. Le Medaglie saranno consegnate dal sindaco il 7 dicembre, a breve i capigruppo dei partiti si riuniranno per decidere la rosa dei premiati, e Meghnagi oggi ha ringraziato «chi mi ha candidato, ne sono onorato. Devo però chiedere che non venga preso in considerazione il mio nome perché non voglio sia fonte di divisione all'interno del Comune».
Scrive che continuerà «a lavorare per l’unità di tutte le istituzioni contro l'antisemitismo» e ricorda non a caso «la recente commemorazione del 7 ottobre che ha visto un'altissima partecipazione di pubblico (ebrei e non) e la presenza di personalità come la senatrice Liliana Segre, La Russa, il presidente del Copasir Lorenzo Guerini», esponente Pd, «il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, il sindaco Sala e Roberto Cenati», ex presidente di Anpi Milano. Ci tiene a sottolineare come siano stati «tutti uniti nel ricordare il dolore di quel massacro e nel chiedere la liberazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas». E «di fronte all'antisemitismo - rimarca - non devono esserci divisioni politiche. Al contempo non bisogna aver paura a denunciare il vecchio odio antiebraico a destra, così come quello a sinistra che assume maschere nuove e stenta ad essere riconosciuto come tale».
L’eurodeputata e consigliera milanese della Lega Silvia Sardone che lo ha candidato, ribadisce che metterà comunque il nome ai voti: «Il Pd, che ha un atteggiamento sempre più vicino agli antisemiti, dovrà votare in maniera palese. É un’onorificenza doverosa». Il suo nome però «non piace all’estrema sinistra e ai centri sociali». Sardone rivela che «l’ex capogruppo Pd, oggi capo di gabinetto di Sala, pare abbia spiegato a Meghnagi che non poteva essere premiato perché presidente in carica di un’associazione, veto che però non è previsto dal Regolamento. Poi, gettando la maschera, pare abbia detto che il Pd non lo avrebbe potuto sostenere, sicuramente a causa delle divisioni interne».
È «ovvio che una persona perbene come Walker si sia sfilato». Si profila un altro voto critico per la sinistra: tra i candidati della Lega c’è anche la Brigata Ebraica, fischiata ad ogni corteo del 25 aprile da centri sociali e pro Gaza.