Bari, inchiesta su appalti Asl con regali e favori: 10 arresti e 17 indagati

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L'indagine, coordinata dalla procura della Repubblica, avrebbe rivelato una fitta rete di collusione tra pubblici ufficiali e imprenditori per manipolare le assegnazioni di lavori pubblici in ambito sanitario

 10 arresti e 17 indagati

Un terremoto giudiziario si è abbattuto sull'Azienda sanitaria locale di Bari. Un blitz della guardia di finanza, questa mattina, ha portato all'arresto di 10 persone (6 in carcere e 4 ai domiciliari), mentre gli indagati in totale sono 17. Le accuse sono pesanti: associazione a delinquere, corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio e turbata libertà degli incanti per reati che sarebbero stati commessi contro la Pubblica amministrazione. Il "sistema diffuso di corruzione" all'interno dell'Asl, come viene definito dagli inquirenti, avrebbe comportato "la forte lievitazione dei costi nella fase di realizzazione delle commesse con grave nocumento per il bilancio pubblico".

Chi sono gli indagati

In carcere sono finiti Nicola Sansolini, 64 anni, direttore dell’Unità Ingegneria clinica, di Taranto, i funzionari Nicola Iacobellis, 59 anni, di Bari, Concetta Sciannimanico, 47 anni, di Bari e gli imprenditori Giovanni Crisanti, 67 anni, di Bari, Ignazio Gadaleta, 52 anni, di Molfetta e Nicola Minafra, 46 anni, di Ruvo. Domiciliari, invece, per Paola Andriani, 61 anni, di Bari (moglie di Iacobellis), Nicola Murgolo, 60 anni, di Bari, Cataldo (detto Aldo) Perrone, 73 anni, di Corato, e Giuseppe Ricci, 46 anni, di Bitonto. Indagati a piede libero Donato Mottola, 57 anni, di Noci, Rocco Ianora, 58 anni, di Gravina, Federica Samela, 47 anni, di Corato, Francesco Girardi, 38 anni, di Acquaviva, Nicola Di Bitonto, 39 anni, di Corato, Francesco Diaferia, 35 anni, di Corato e Giuseppe Rucci, 46 anni, di Bitonto.

Le intercettazioni

Significativa una intercettazione riportata nell'ordinanza del gip del Tribunale: "Io ho stimato che di quei lavori forse 5mila euro stanno ... Come li giustifichiamo gli altri 120 mila euro?". Gli ampi margini di discrezionalità che erano stati dati, ad esempio, a un imprenditore nella redazione dei computi metrici avrebbe comportato una maggiorazione dei costi di cui sarebbero stati perfettamente a conoscenza i pubblici ufficiali. ".... Ti ho spiegato che, quale era il problema? Che i prezzi gonfiati quando gli feci vedere il conto..., erano i prezzi al doppio, al triplo! senza.... questo è un computo fasullo…". L'ingente flusso di denaro generato dal sistema delle "tangenti", ne avrebbe addirittura reso difficile l'utilizzo."Aumentiamo! Invece di diminuire, aumentiamo!", è una delle intercettazioni riportate nell'ordinanza. "Il problema è che come ti dicevo non riesci a... ormai è diventato difficile anche... capito? Veramente è diventato difficile utilizzarli! Io ce la metto tutta, ma... quest'anno è stato tosto!". O ancora: ".... Se mi girano comincio a spendere tutto, eh! domani guarda mi compro l'orecchino! E cominciamo con l'orecchino!...".

Atti falsificati

I funzionari Asl, secondo l'accusa, avrebbero alterato e falsificato gli atti amministrativi dei numerosi procedimenti d'appalto, in cambio di regali preziosi e favori, mediante la pianificazione di una strategia d'azione che sarebbe stata concordata tra gli imprenditori coinvolti e i pubblici ufficiali con il principale obiettivo di ottenere il massimo profitto ai danni degli interessi della collettività. Significativa quest'altra intercettazione: "... Ritardo di ott... sette mesi! Sette mesi di ritardo! Allora io, perché... per non perdere i soldi ho dovuto dichiarare il falso...ho dovuto dichiarare che i lavori sono finiti il 30 dicembre!". Inoltre lo schema sembrava prevedere il ricorso a subappalti illeciti e, addirittura, l'esecuzione di opere pubbliche in assenza di qualsiasi emissione preventiva di una determina di affidamento della stazione appaltante, lavori che sarebbero stati poi "regolarizzati da un'altra impresa connivente, quest'ultima indicata al pubblico ufficiale dalla impresa esecutrice dei lavori, al fine di dare una apparenza di legittimità del principio di rotazione".

La presunta tangente

Dalle intercettazioni emergerebbe anche una presunta tangente di 30mila euro versata a seguito di una perizia per lavori all'ospedale San Paolo di Bari e di altri 30mila promessi per la fase successiva allo stato di avanzamento dei lavori. I pubblici ufficiali indagati avrebbero ricevuto diverse utilità "in violazione dei principi di imparzialità, trasparenza e conflitto di interessi". Gli indagati, per la procura della Repubblica, avrebbero dimostrato di possedere una spiccata propensione a delinquere riscontrabile, tra l'altro, dal sistematico ricorso a particolari accorgimenti finalizzati ad eludere eventuali attività tecniche in corso.

Tra le particolari accortezze adottate si segnala la prassi dei pubblici ufficiali di far depositare agli imprenditori i telefoni cellulari nei loro uffici, per poi invitarli a proseguire gli incontri in luoghi di passaggio o fuori dai locali che ospitano gli uffici dall'Asl Bari.

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