Mondo - 21 Novembre 2024
Oggi esulo dal pianeta musica per occuparmi di un argomento in questo momento decisamente più importante: la nascita del Comitato Direzione Pace, formato da cittadini e associazioni presenti sul territorio della provincia di Frosinone, deciso a smuovere le coscienze di chi il mondo lo governa con pacche sulle spalle e strette di mano davanti ai fotografi, ma dietro ai riflettori continua a finanziare guerre e occupazioni.
In occasione della riunione dei ministri degli Esteri del G7, che si terrà a Fiuggi il 25 e 26 novembre 2024, si alza la voce del Comitato Direzione Pace, che ha organizzato un presidio per martedì 26 novembre, alle 9:30 in via Michelangelo Buonarroti, proprio per ricordare ai leader mondiali la loro solenne promessa di un “mai più” che dopo la Seconda guerra mondiale era sembrata solida come la Costituzione che è stata scritta, ma che oggi pare sbriciolarsi sotto il peso di interessi militari e accordi economici.
Al presidio di martedì 26 novembre hanno assicurato la loro partecipazione numerosi gruppi, movimenti e associazioni del territorio, provinciali, regionali e nazionali, mentre hanno garantito la loro presenza membri del Parlamento, consiglieri regionali, del Consiglio provinciale e numerosi consiglieri comunali. Ai ministri del G7 il Comitato grida senza mezzi termini: “Basta ipocrisia. Fate tacere le armi, smettetela di predicare bene e razzolare male. Fermatevi, fermate subito il massacro a Gaza. È sotto gli occhi di tutti il genocidio che si sta compiendo, la pulizia etnica che si vuole portare a termine sulla pelle di un popolo intero: scuole, ospedali, case, luoghi di culto ridotti in macerie, migliaia di vittime innocenti sotto i bombardamenti, e i potenti che fanno? Firmano per altri armamenti?”.
Il messaggio del Comitato è chiaro: serve un cessate il fuoco immediato, bisogna mettere fine all’occupazione militare e dare respiro alla popolazione con aiuti umanitari urgenti, prima che sia troppo tardi. Non si tratta solo di Gaza: è un appello a un’inversione di rotta generale, a dismettere finalmente le armi e a costruire politiche che rispettino i diritti umani e la dignità dei popoli, senza demonizzare chi la pensa diversamente. Perché la pace e il dissenso sono i pilastri delle nostre democrazie, o almeno dovrebbero esserlo. E il Comitato non si accontenta delle solite parole di circostanza: invierà un comunicato ai partecipanti del summit, in italiano e in inglese, in cui chiederà esplicitamente di non limitarsi alla retorica del “siamo tutti uniti per la pace”, ma di agire, di prendersi la responsabilità delle loro scelte.
Come sempre, il vertice del G7 ci racconta che “si sta lavorando per la stabilità mondiale”, ma è proprio questa stabilità che appare sempre più fragile ogni volta che si incrementano le spese militari a discapito dei servizi per i cittadini. Ma per chi si governa davvero, se non per chi li ha votati? Il Comitato Direzione Pace non ci sta e chiama a raccolta tutti i cittadini sensibili al tema, perché la pace non è un favore che i potenti possono decidere di elargire o meno: è un diritto che spetta a tutti e una responsabilità che pesa sulle spalle di chi ferma il potere.
A Fiuggi, dunque, mentre i potenti discuteranno come sempre delle crisi del Medio Oriente e dell’Indo-Pacifico, mentre pianificheranno nuove forniture militari all’Ucraina per “aiutare il popolo” e faranno altre belle promesse, fuori dal summit ci sarà chi ricorderà loro che le belle parole non bastano più. L’appello è rivolto ai cittadini di ogni provenienza politica e sociale, a chiunque abbia a cuore il valore della pace e della giustizia, a unirsi al presidio e a farsi sentire, perché il dissenso è l’anima della democrazia.