Benji e Fede: «Se abbiamo avuto relazioni con la stessa persona? Meglio non dirlo. Sanremo 2025? Siamo pronti»

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«Forse siamo stati troppo grandi per la nostra età», cantano Benji & Fede in Caro amico, una delle dodici canzoni contenute in Rewind, il disco che il 25 ottobre ha segnato il ritorno del duo. Quando cominciarono a registrare in cameretta le loro prime canzoni e a pubblicarle in rete Benjamin Mascolo e Federico Rossi avevano 16 anni: erano due adolescenti di provincia - quella modenese - che trovarono nella musica una valvola di sfogo. In una manciata di stagioni avrebbero inciso cinque album, vinto 17 Dischi di platino e 9 Dischi d’oro, totalizzato 1 miliardo di streaming complessivi, pubblicato due libri, fino alla separazione del 2020. Oggi di anni ne hanno rispettivamente 31 e 30 e non sono più esattamente quelli di tormentoni zuccherosi come Tutta d’un fiato, Amore Wi-Fi, Tutto per una ragione e Dove e quando: in questi quattro anni trascorsi dalla scissione, alle prese con le rispettive carriere soliste, hanno entrambi scoperto un lato oscuro fatto di frequentazioni con alcol e droghe, depressione, storie d’amore a dir poco tormentate. Come quella di Benji con l’attrice statunitense Bella Thorne, seguitissima su OnlyFans, popolare nel settore dell’intrattenimento per adulti (i due si sono lasciati dopo tre anni nella primavera del 2023, poi un anno fa il cantante ha sposato la modella Greta Cuoghi).


Le reunion solitamente le fa chi ha i capelli grigi. A trent’anni avete già bruciato tutte le tappe?

B: «Il fatto di aver avuto tutto quel successo prematuramente e così in fretta ci ha portati a tirare troppo la corda».

E alla fine si è spezzata. Sono serviti a qualcosa questi quattro anni?

B&F: «Sì. A tornare con le idee più chiare e una maturità che prima, per forza di cose, non avevamo. A trent’anni sappiamo navigare il mondo musicale con più consapevolezza».

Perché non vi siete parlati per più di un anno, prima della lettera social indirizzata da Benji a Fede che ha portato alla reunion?

B: «Perché volevamo entrambi andare avanti e non guardare indietro in quel momento. Il marchio Benji & Fede era un’identità forte, dalla quale avevamo bisogno di staccarci. E per farlo dovevamo necessariamente staccarci anche fisicamente, dopo aver vissuto dieci anni insieme quasi ventiquattro ore su ventiquattro».

Quanto avete condiviso in quegli anni?

B: «Tutto. Anche nel personale. Eravamo fratelli di vita».

La cosa più rock’n’roll fatta insieme?

F: «Andare con i quad in un villaggio di Zanzibar a regalare giocattoli ai bambini».

Non è molto rock’n’roll, però.

B: «È la risposta di Fede, infatti. Le cose rock’n’roll non si raccontano».

Paola & Chiara hanno raccontato di avuto una relazione con lo stesso uomo, sapendo più o meno l’una dell’altra. Per caso è capitata anche a voi una situazione simile?

F: «Abbiamo avuto situazioni in cui non la stessa donna, però…».
B: «Cosa stai dicendo (si volta verso l’altro, imbarazzato, ndr)?».
F: «Una volta eravamo… (Guarda Benji, ndr) Non si può dire?».
B: «Andiamo avanti, va».

In “Rewind”, che dà il titolo al disco, cantate: “Solo noi sempre in guerra come gli Oasis”. Chi dei due è Liam e chi Noel?

B: «Fede è senza dubbio Liam. In passato mi ha fatto parecchio arrabbiare. È sempre arrivato in ritardo agli appuntamenti. E per me, che do grandissimo valore al tempo, era inaccettabile. Ora è migliorato».
F: «Io sono un creativo».

Il più rock’n’roll dei due?

B: «Come avrà capito è Fede».

«Siamo persi nel caos per i vicoli di Roma», cantate in “Estate punk”. Che caos?

F: «Quello che avevo nella testa dopo essere tornato da una vacanza a Ibiza con Blanco: eravamo partiti con la promessa di vivere un’estate veramente punk».

Allora racconti la cosa più punk fatta lì.

F: «Eh… (ride). Diciamo che Blanco è un disinibito. Ne sono successe varie. Ci siamo contaminati a vicenda».

Avete annunciato un concerto in programma il 16 novembre al Forum di Assago, a Milano. Gli altri arriveranno dopo Sanremo?

B&F: «Vediamo. Sanremo è un desiderio da tanto tempo. Un pezzo lo manderemo. Ci sentiamo pronti».

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