Cate Blanchett: «Ho molti desideri, iniziano tutti con la lettera “p”» | Foto

5 mesi fa 21

Un G7 molto particolare. Surreale e tragicomico, durante il quale i leader delle sette nazioni economicamente più avanzate del mondo finiscono per perdersi in un bosco (il set? Tra Ungheria e Canada) nel mezzo di importanti trattative su un’imminente crisi globale. Cate Blanchett interpreta la cancelliera tedesca, Alicia Vikander è la presidente della Commissione europea, Charles Dance il presidente degli Stati Uniti, ma c’è anche Rolando Ravello come premier italiano. È la trama dell’indipendente Rumours, fuori concorso all’imminente festival di Cannes 2024 (dal 14 al 25 maggio): «Esilarante su diversi piani di lettura» anticipano i registi Guy Maddin, Evan Johnson e Galen Johnson. Un progetto poco mainstream che per Cate Blanchett, due volte premio Oscar, è stato occasione di riflessione sul presente.

Cate Blanchett sboccia sul red carpet della Mostra del cinema di Venezia con la scollatura floreale

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Cate Blanchett, icona di impegno e bellezza. Autentica

Lei a un tavolo importante del mondo si siede per davvero. Dal 2016 è ambasciatrice per l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Di cosa si parla, lì?
Purtroppo, il tema ricorrente è “crisi globale”. Oltre a Gaza e all’Ucraina, ricordiamoci che ci sono fronti aperti in Congo, Yemen, Sudan, Giordania, dove sono stata qualche anno fa, nei campi profughi. Situazioni complicatissime, alcune degenerate solo negli ultimi mesi, nonostante anni di instabilità. Tutto ciò richiede nuove discussioni e soluzioni a lungo termine, nel frattempo, però, c’è la necessità di fermare le cose. La mia è una voce privilegiata che può fare da cassa di risonanza ad altre che sono sul campo, lì dove tutto succede.

Nel suo privato come la vive, anche pensando ai suoi figli?
Sono tempi che definirei “heart breaking”, spezzano il cuore. Abbiamo pochi punti di riferimento, leadership deboli alle prese con problemi collettivi troppo grandi. Per prendere decisioni sensate, oggi, occorre essere visionari: impossibile altrimenti fronteggiare tali complessità. Nel nostro quotidiano non si può che restare – almeno! – informati. È fondamentale farlo capire anche alle nuove generazioni, io lo dico sempre ai miei quattro figli, tutti adolescenti. Anche se è molto doloroso, a volte sconcertante, non bisogna restare in superficie. È stupido e pericoloso non capire o rifiutarsi di capire che alcune cose stanno andando molto male.

Tipo? Cosa sente più da vicino?
La paura. È diventata un’arma “letale” del nostro presente. Separa le persone tra di loro ma anche da loro stesse, dalle loro parti migliori. Proprio ora che dovremmo pensare a trovare delle risposte comuni a sfide collettive. La paura è una nemica per tutti. Per fortuna, lì fuori ci sono molte persone che ci provano, facendo sentire la propria voce. Ciascuna, anche piccola, conta.

La sua è sempre positiva: l’affermazione “Sì” è un motto professionale con Giorgio Armani. Che altri valori ha?
“Sì” per me è un’affermazione di vita. Cercare di dire un sì in tempi difficili mi sembra quanto mai attuale e importante. “Sì” è pensare che la vita non è solo esistere, ma anche esporsi e lottare per le proprie idee, predisporsi alle esperienze e ai cambiamenti. A volte dire sì è la scelta migliore che possiamo fare. Per me, averlo detto a Giorgio Armani molti anni fa (dal 2013 Cate è testimonial del profumo “Sì”, ndr) è stata una delle decisioni più belle della vita perché mi ha regalato l’amicizia con un uomo incredibile. Mi ha insegnato che molte cose sono possibili, restando aperti al mondo.

Milano, 25 febbraio 2024: Cate Blanchett alla sfilata Giorgio Armani durante la Fashion Week Autunno/inverno 2024-2025 il 25 febbraio 2024. (Photo by Jacopo Raule/Getty Images)

Come vive il ruolo di Global Ambassador Armani Beauty, cioè di donna a cui molte altre guardano?
È un onore, naturalmente. Vorrei rispondervi che la vivo semplicemente restando me stessa. La realtà è che non “resto”, nel senso che non mi vedo compiuta o definita. Sono in costante divenire. Ci sono ancora molte cose che sto scoprendo di me e della mia femminilità. Anche il ruolo di ambasciatrice di bellezza, o di moda, o di quel che sia, è esso stesso portavoce di cambiamento: si parla sempre più di inclusività, di realismo, di esempi ispirazionali. Io, nel mio, spero di rappresentare un modo di essere non statico e gentile, nel presente.

Il backstage della campagna 2024 di SÌ Eau de Parfum Intense, con Cate Blanchett. Foto Tom Munro per Armani Beauty

Si dice che la bellezza esteriore non esista senza quella interiore: crede in questo concetto di “stato di grazia”? E lei come mantiene il suo?
Semplice: facendomi truccare e pettinare da persone molto brave! Scherzo. La bellezza è una parte importante della vita di tutte le donne, in generale. Però se ci concentriamo troppo su come ci vediamo, come siamo percepite, come stiamo invecchiando, l’esistenza diventa sottile e fragile. Sono d’accordo sul fatto che la bellezza più autentica non si veda, è privatissima. E poi alla fine le persone più belle sono davvero quelle meglio “connesse” con se stesse. Fuori, si vede!

Lei sembra sempre perfetta: ci è nata o è un ruolo che interpreta magistralmente?
Credo che le persone pensino che io sia piuttosto algida. Ho un’identità lavorativa costruita con molti successi, però sono stati più i piccoli fallimenti e le delusioni personali a rivelare chi sono. Spero si percepisca che non prendo mai i privilegi della mia vita come garantiti, perché non sono cresciuta avendoli. Direi che no, non mi sforzo per raggiungere la perfezione.

2013: la prima campagna di Cate Blanchett per la fragranza Sì di Giorgio Armani. Dal 2019, è Global Beauty Ambassador Armani Beauty.

Dopo Cannes, in estate la vedremo in Borderlands, film diretto da Eli Rot, nato da un videogioco, in cui interpreta un’eroina dai capelli arancioni e in tuta di pelle che tenta di salvare un mondo distopico, altra metafora dei tempi attuali. Come è stato interpretarla?
Una vera follia, nel senso più positivo del termine! Quando ho saputo che nel cast ci sarebbe stata Jamie Lee Curtis, in assoluto una delle donne che più ammiro, ho detto: “Non importa cosa sia, devo esserci!”. Il bello del film è stato il gruppo di persone che ci hanno lavorato, da Kevin Hart e Jack Black: tra scene di stunt e battute, siamo tutti tornati un po’ bambini.

Cate Blanchett eroina fumetto in “Borderlands”, in uscita in estate 2024

Quindi si è divertita. Cosa la diverte?
In realtà mi diverto quasi sempre, sia sul set sia in regia, non importa quanto intenso sia il ruolo o la storia che devo raccontare. Amo il mio lavoro perché “espande” ciò che sono. Mi piace calarmi in ruoli e look che nella vita mai oserei. Per esempio, i capelli color carota fluo!

A quale delle molte donne che ha interpetrato nella sua carriera si ritiene più legata, o in qualche modo più vicina?
Che domanda difficile. Penso che a volte il legame si crei con il personaggio con cui “vivi” più a lungo, non necessariamente quello che più è nelle tue corde o ti somiglia. Per esempio, per interpretare Lydia Tár (le è valsa la Coppa Volpi a Venezia 2022 per la miglior interpretazione femminile, ndr) c’è stata un’enorme preparazione, ho “vissuto” molto in lei, finendo per amarla.

Cate Blanchett nel ruolo di Lydia Tár, regia di Todd Field’s TÁR. Credit: Florian Hoffmeister / Focus Features

Oppure, la regina Elisabetta I: l’ho interpretata due volte, anche con una preparazione trucco impegnativa. È stata una magia. A volte, invece, mi innamoro dell’esperienza stessa del fare il film. Ripenso per esempio a Bandit, che girai con Bruce Willis e Billy Bob Thornton. Loro sgangherati rapinatori di banca, io una svampita testimone. Un ruolo lieve, che amai. Uscì appena dopo l’11 settembre, non lo vide nessuno.

Resta mai delusa?
Poco. E nel caso, non lo dico. “Sai che noia”, penso, quando parlo troppo di me…

Un desiderio per chiudere: a cosa spera di dire “sì” nel suo futuro prossimo?
A tante cose. Peraltro, mi rendo conto che iniziano quasi tutte con la lettera “p”. Pace, anzitutto. Plastica: vorrei che la gente smettesse di usarla. E poi perseveranza, padronanza, parole belle, pensieri costruttivi. Possibilità. Di fare, imparare, innamorarsi. Positività…

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