Diritti
Non solo “la profilazione razziale durante i controlli” delle forze dell’ordine, soprattutto nei confronti di membri della comunità rom e delle persone di origine africana. Ma anche la “mancata consapevolezza della portata del problema”. La denuncia, pochi giorni dopo che un agente ha ucciso un ragazzo del Mali davanti alla stazione di Verona, arriva dell’Ecri, organo anti-razzismo e intolleranza del Consiglio d’Europa nel suo ultimo rapporto dedicato all’Italia. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha subito commentato sui social, respingendo le critiche: “Le nostre Forze dell’Ordine sono composte da uomini e donne che, ogni giorno, lavorano con dedizione e abnegazione per garantire la sicurezza di tutti i cittadini, senza distinzioni. Meritano rispetto, non simili ingiurie”. Il report, aggiornato ad aprile scorso, parla anche di esempi negativi che riguardano il discorso pubblico e politico e mette in evidenza “le critiche indebite che mirano a minare l’autorità dei singoli giudici che decidono sui casi di migrazione”.
Il report – “Le autorità”, si legge nel testo, “non sembrano essere consapevoli della portata del problema e non hanno considerato l’esistenza della profilazione razziale come una forma di potenziale razzismo istituzionale”, chiedendo quindi all’Italia uno studio completo e indipendente. “Durante la sua visita in Italia, l’Ecri ha ricevuto molte testimonianze di profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine, soprattutto sulla comunità rom e sulle persone di origine africana”, si legge nel documento. Lo studio richiesto alle autorità italiane dovrà prefiggersi “l’obiettivo di individuare e affrontare qualsiasi pratica di profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine”. Strasburgo valuterà quindi tra due anni se la raccomandazione sarà stata seguita.
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