‘Conversazioni sul futuro’, il libro di Gambino frutto di due anni di incontri con De Masi: “Oggi accenderebbe fari sulla macelleria sociale del governo”

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| 22 Ottobre 2024

Domenico De Masi vedeva 30 anni avanti. Se oggi fosse ancora con noi, accenderebbe dei fari sulla macelleria sociale che sta mettendo in atto il governo Meloni”. A rivendicarlo è Giulio Gambino, direttore di Tpi e autore del libro edito da PaperFirst Conversazioni sul futuro, presentato a Roma insieme al presidente M5s Giuseppe Conte, e alle giornaliste Myrta Merlino e Manuela Rafaiani.

Un libro che è il risultato di una serie di incontri tra lo stesso Domenico De Masi e il giornalista Gambino, avvenuti tra il dicembre 2021 e il maggio 2023, nella casa romana del sociologo e professore. Un dialogo in cui De Masi ripercorre i primi anni della sua vita e la sua formazione e affronta con lucidità alcuni fra gli argomenti più divisivi del nostro tempo, offrendo una spiegazione, e in alcuni casi una possibilità di soluzione, ai problemi esistenziali dell’uomo nell’età post-industriale. I quali, nonostante le potenzialità introdotte dalla rivoluzione dell’era digitale, rimangono gli stessi dall’inizio dell’Ottocento: l’alienazione del lavoro, la riduzione dell’orario, lo smart working. Passando per il Reddito di cittadinanza, il salario minimo, il tempo libero, l’ozio creativo. Fino al diritto a essere felici.

Nessuno in Italia, da destra a sinistra, ha voluto sino in fondo sfruttare le idee di chi, come De Masi, ha saputo leggere il futuro prevedendo con largo anticipo fenomeni che, vent’anni fa, sarebbero stati semplicemente inimmaginabili. “Mi auguro che il libro di De Masi possa essere un punto di partenza“, ha continuato Gambino. Eppure, dopo quanto fatto sul salario minimo, la maggioranza di governo con un emendamento soppressivo in commissione Lavoro ha affossato anche la proposta di legge unitaria portata avanti dalle opposizioni sulla riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. Una proposta, quella che si basa sul concetto del “lavorare meno per “lavorare tutti”, a prima firma Nicola Fratoianni (Avs-Si), che proprio con De Masi presentò già nel 2019 una proposta di legge ad hoc, spiegando come, con meno ore di lavoro, la produttività ne avrebbe guadagnato.

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