Il nome del successore di Tavares entro il 2025
La società ha comunque confermato che è già in corso il processo formale per identificare il prossimo ceo, quando Tavares lascerà l’incarico, al termine del suo mandato. Questo processo, guidato da un Comitato Speciale del Cda presieduto da Elkann, completerà il proprio lavoro entro il quarto trimestre del 2025.
Proprio oggi il top manager portoghese sarà per la prima volta in Parlamento per un’audizione presso le Commissioni Attività produttive della Camera e Industria del Senato. Il manager, che non si è sottratto all’incontro, ma ha anzi sottolineato la volontà di collaborare, farà il punto sull’andamento di Stellantis. Al centro dell’attenzione ci sono soprattutto i bassi livelli di produzione in Italia e la vicenda della gigafactory di Termoli, in Molise, con il rinvio del progetto per il quale era previsto l’utilizzo di fondi del Pnrr.
Lo scetticismo del mercato
Le notizie non sono state un fulmine a ciel sereno, ma il mercato mantiene un certo scetticismo. Il titolo ha chiuso a -2,77%, sotto i 12 euro, accentuando il calo da inizio anno (-44%).
«Riteniamo che il focus, almeno fino al primo semestre 2025, resti su pressione prezzi, riduzione magazzino, lancio nuovi modelli e gestione della base costi», hanno sottolineato gli analisti di Equita. I problemi che il gruppo si trova ad affrontare - le difficoltà del mercato dell’elettrico, un contesto complesso per l’automotive a livello globale, le varie questioni aperte in Nord America, il calo delle vendite - non sono un’esclusiva di Stellantis e non si risolvono dalla sera alla mattina.
Secondo gli esperti di Bernstein, Stellantis «deve risolvere quattro sfide: gestire l’eccesso di scorte a breve termine negli Stati Uniti, stabilire se gli Usa sono un mercato con un margine Ebit rettificato del 10% o del 15%, come affrontare le sfide strategiche nel mercato dell’Ue e come raggiungere gli obiettivi strategici per il 2030. Nessuno dei cambiamenti di gestione annunciati oggi segnala un riconoscimento di queste sfide». La nuova squadra sarà all’altezza? Per gli analisti di Akros «è possibile che le cose debbano andare peggio, prima di poter migliorare».