L'esercito Usa sta iniziando ad istruire i propri soldati a combattere in un contesto geografico caratterizzato da giungle e fitti burroni. In vista di una ipotetica eventuale guerra con la Cina
I deserti del Medio Oriente? Appartengono al passato. L'esercito statunitense ha messo nel mirino l'Asia, o meglio ancora l'Indo-Pacifico, e sta iniziando ad istruire i propri soldati a combattere in un contesto geografico del genere, in vista di una possibile, ipotetica, eventuale guerra con la Cina (o con la Corea del Nord). Un conflitto del genere verrebbe combattuto sulla terraferma, in mare, in aria e anche nello spazio. Ecco quindi che le forze Usa hanno iniziato a prepararsi in vista di ogni scenario. In che modo? Riorganizzandosi, dimostrando di poter essere schierate rapidamente in caso di bisogno; imparando a muoversi sotto i ridar nemici. Anche perché i cinesi, a differenza dei talebani, hanno a disposizione mezzi sofisticati, come radar e satelliti, in grado di monitorare gli spostamenti degli avversari.
La preparazione dell'esercito Usa
Il grande e ingombrante esercito Usa è insomma chiamato ad adattarsi al presente dopo due decenni di lotta al terrorismo in Afghanistan e in Medio Oriente. Come ha spiegato il New York Times, da mesi i paracadutisti statunitensi si stanno allenando a lanciarsi sulle montagne vulcaniche nelle Hawaii, mentre le truppe di terra prendono confidenza con i burroni delle umide giungle regionali, la Marina si addestra a Pearl Harbor a scaricare efficaciemente - e rapidamente - equipaggiamenti militari e uomini, e altri soldati lavorano per rendere più efficiente il camuffamento in fitte foreste verdi.
La Marina dovrà trasportare e scaricare uomini e mezzi in territori caldi. L'aeronautica militare sarà chiamata ad aprire corridoi per favorire un movimento senza restrizioni, tra, ad esempio, le Filippine e altre isole alleate degli Usa. Gli Stati Uniti, ricordiamo, hanno già alcune truppe in loco: circa 54.000 in Giappone, 25.000 in Corea del Sud e un numero molto più piccolo nelle citate Filippine. C'è, poi, da considerare il fattore morfologico. Non a caso le ultime esercitazioni andate in scena alle Hawaii sono state ideate per replicare le condizioni che le truppe potranno trovare in una guerra con la Cina. Sparite le mimetiche color sabbia del deserto, i militari Usa indossavano per l'occasione tute mimetiche da giungla e pittura sul viso.
Lavoro di squadra
Le forze Usa hanno anche iniziato a smantellare e spostare grandi e ingombranti operazioni di comando in breve tempo e a comunicare tra loro senza usare i satelliti dell'esercito, oltre che ad imparare come avanzare in piccoli team per attaccare e poi disperdersi nel nulla. L'esercito ha inviato alle truppe dislocate in Asia 96 nuovi veicoli da squadra di fanteria verde foresta pluviale che possono spostare rapidamente fino a nove soldati ciascuno attraverso la giungla.
Sarà cruciale, inoltre, il lavoro di team tra gli Usa e i partner regionali. Washington sta costruendo sottomarini a propulsione nucleare con l’Australia, coinvolgendo la Corea del Sud nella pianificazione delle armi nucleari, producendo motori per aerei da caccia con l'India, condividendo i compiti di sorveglianza marittima con le piccole isole del Pacifico e infine collaborando con il Giappone per aggiungere un’adeguata capacità di attacco offensivo.
Allo stesso tempo i funzionari statunitensi stanno anche testando nuovi sistemi di comunicazione
con i loro partner e firmando accordi per coprodurre artiglieria con gli alleati e per garantire forniture di sangue dagli ospedali della regione in caso di conflitto. La strada da fare è ancora lunga e il tempo stringe.