L'indagine subito archiviata su Tesei e i guai per Bandecchi
Tra la nostalgia e le inchieste, in Umbria il campo largo diventa di nuovo «la ditta». Obiettivo? Riprendere il fortino rosso espugnato dal centrodestra nel 2019. Il mantra dei progressisti prevede che bisogna unire l'utile al dilettevole. Le toghe e il ragù. Bersani e le indagini. L'ex segretario del Pd è ancora l'amuleto da campagna elettorale. L'effetto nostalgia può servire per giocarsela in una regione che, in fondo, è sempre stata un feudo della sinistra. Tra il folklore e le manette, Bersani ha tentato il colpo mediatico con una foto e un post sui social. Si vede l'ex leader dem, durante una delle sue tante tappe elettorali umbre, a capo chino intento a mangiare un piatto di pastasciutta. Ma è la didascalia la vera mossa «virale». «Cena elettorale tra compagni a Perugia. Come sempre, caviale», scrive Bersani, facendo il verso a Giorgia Meloni, che aveva parlato di «sinistra al caviale». E poi la parola «compagni. L'obiettivo è fare il pieno di voti nella rossa Perugia.
Se il capoluogo è il fortino in cui spera la sinistra, Terni è diventato un caso. Lì il sindaco è il pirotecnico Stefano Bandecchi, di Alternativa Popolare, che appoggia il centrodestra. All'imprenditore è arrivata una richiesta di rinvio a giudizio, con l'accusa di avere evaso quasi 14 milioni di euro come amministratore di fatto dell'università telematica Unicusano. Ma non solo. Il centrosinistra ha calcato la mano contro tutta la coalizione di centrodestra dopo alcune frasi scritte sui social proprio da Bandecchi. «I voti non li elemosino di certo, al massimo li compro o li prendo di prepotenza», ha scritto il sindaco di Terni su Instagram. E poi c'è la vicenda Tesei.
Quindici giorni fa è uscita la notizia di un'indagine per abuso d'ufficio a carico della presidente e candidata per il bis. Solo che l'indagine sarà archiviata. Eppure, nella corsa disperata per la conquista dell'Umbria, anche questa è una polemica.