Elezioni Umbria, il centrodestra ci riprova arruolando i leader locali: ora si punta su Bandecchi per la riconferma di Tesei

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«E ora, l’Umbria…». Ci hanno preso gusto, nel centrodestra. Altro che zero a tre, come temevano fino a qualche settimana fa pure nella cerchia meloniana: la vittoria in Liguria ha riaperto i giochi. E nel day after dell’«impresa» di Marco Bucci, l’ottimismo per le prossime regionali del 17 e 18 novembre si taglia col coltello. «Vedrete – vaticinava ieri un big del centrodestra moderato –: il modello ligure funzionerà pure a Perugia…».

LA STRATEGIA

Già: da sassolino che cadendo poteva dare inizio alla slavina, il voto in Liguria si è trasformato in un copione da replicare. Se non in Emilia – dove la partita resta difficilissima –, di certo in Umbria. Dove i pronostici indicano un altro testa a testa. Da una parte l’uscente Donatella Tesei, l’ex senatrice leghista che gli alleati di FdI avrebbero preferito cambiare in corsa, salvo poi osservarne la lenta risalita. Dall’altra Stefania Proietti, la sindaca di Assisi front-woman del campo largo, che al formato ligure qui aggiunge una lista dei renziani (ma senza il simbolo di Italia viva). Ed è alla Liguria, che guarda il centrodestra.

Una ricetta semplice, rodata. Efficace. Fatta di pochi ingredienti: coalizione solida, candidati spendibili (conosciuti sul territorio e soprattutto in grado di portare consensi), nessun competitor nella stessa area. A Genova, per esempio, a puntellare Bucci c’erano due liste civiche che da sole hanno incassato quasi quanto FdI. Dentro tanti ex totiani, dal capogruppo in consiglio regionale Alessandro Bozzano all’ex portavoce di Toti Jessica Nicolini (non rieletta). Insomma discontinuità sì, ma fino a un certo punto, perché poi «in politica contano i voti, più che le alchimie», la riassume chi ha lavorato per tirare la volata al neo-governatore. Voti come quelli che ha portato in dote alla coalizione l’ex ministro e sindaco di Imperia Claudio Scajola, attivissimo nel suo Ponente, così come il nipote Marco, assessore uscente in rampa di lancio per un bis, il più votato di tutta la regione. Consensi senza i quali Bucci, finito sotto a Genova e La Spezia e vincitore per meno di novemila schede, non ce l’avrebbe fatta. Dall’altra parte, il capolista della civica di Orlando invece era Marco Ansaldo, «giornalista di razza», lo definiscono pure gli avversari, «ma forse meno avvezzo a cercare voti…». Insomma il civismo paga, sì, ma fino a un certo punto.

Lo insegna pure la Basilicata, dove Vito Bardi ad aprile fu riconfermato con lo stesso schema. Artefice del trionfo, in quel caso, il due volte governatore Marcello Pittella. Con i suoi quasi 20mila voti portati in dote ad Azione trasmigrata nel centrodestra. Pure in Liguria il ruolo dei centristi è stato centrale. Lo rivendica Antonio Tajani: «La partita si vince al centro». E lo ha confermato l’Istituto Cattaneo, secondo cui l’apporto dei riformisti a Bucci «si conferma notevole», con una «considerevole fetta di elettori dell'ex terzo polo (Azione, Italia Viva, +Europa) confluita nelle liste dei partiti di centrodestra». Puntellare il centro, quindi. Eccolo, l’imperativo per il voto umbro di novembre.

IL FATTORE TERNI

Ed ecco spiegata l’apertura della maggioranza a Stefano Bandecchi, l’esuberante (per usare un eufemismo) sindaco di Terni animatore di Alternativa popolare. In Liguria Bandecchi ha portato meno di duemila voti. Ma lui se la rideva, scagliandosi contro «gufi e rosiconi»: «Senza i nostri voti e quelli dell’Udc - esultava via Instagram l’ex patron della Ternana calcio - non si vinceva. E ora prendo l’Umbria». Quanto può valere, il bottino del sindaco di Terni in casa sua? Se davvero sarà testa a testa, la risposta è scontata: molto. Basterà? Chissà.

Intanto però ieri Salvini era proprio a Orvieto, per incontrare Confindustria e rivendicare «i cinque anni di buon governo di Donatella Tesei». Perdere non è un’opzione, per il leghista: «Conto che ci sarà la scelta di andare avanti e di non tornare indietro di trent'anni», l’appello, dopo aver elogiato «la sintonia del centrodestra» contro «gli schiaffoni che volavano a sinistra». Un buonumore che ha contagiato pure la premier. Altro che slavina in grado di raggiungere Palazzo Chigi: «Il segnale di fiducia ricevuto dai cittadini in Liguria - scrive la leader di FdI di buon mattino sui social, postando un selfie sorridente in giacca scarlatta - ci da ancora più forza per proseguire in questa direzione, sempre al servizio degli italiani. Avanti per costruire un futuro di concretezza e risultati».

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