Mondo
di F. Q. | 26 Ottobre 2024
L’ultimo sondaggio, condotto per Cnn, li dà in sostanziale parità: 48 a 48. La sfida tra la vice presidente degli Stati Uniti Kamala Harris e lo sfidante repubblicano Donald Trump si giocherà fino all’ultimo, e a determinare l’esito elettorale saranno i risultati dei sette swing states (Pennsylvania, Arizona, Georgia, North Carolina, Wisconsin, Mchigan e Nevada). Nessuno di loro, al momento, presenta un vantaggio netto per uno dei due candidati. Il sondaggio condotto per Cnn conferma quello che era già emerso nelle scorse ore con la rilevazione finale del New York Times, che dava entrambi i candidati al 48%. In Pennsylvania (<1), Nevada (<1), Wisconsin (<1) e Michigan (+1), Harris è in lievissimo vantaggio, e altrettanto flebile è quello di Trump in North Carolina (<1) e Georgia (+1), mentre va meglio in Arizona (+2).
La breve campagna tra Harris e Trump si è mostrata sempre serrata, da quando la vice di Joe Biden ha accettato di candidarsi al posto suo. A settembre, il 48% degli elettori si diceva a favore di Harris e il 47% per Trump. Un sondaggio precedente, realizzato subito dopo che il presidente Biden si è ritirato dalla corsa e ha dato il suo sostegno a Harris, ha rilevato che il 49% degli elettori registrati era a favore di Trump e il 46% sosteneva la candidata democratica. Trump non è mai stato indietro rispetto a Harris o Biden nei sondaggi della Cnn quest’anno.
Altro dato emerso dai sondaggi della Cnn riguarda il fatto che l’85% degli elettori che hanno fatto una scelta afferma di aver sempre saputo quale partito avrebbe sostenuto alle elezioni presidenziali e solo il 15% ha cambiato idea lungo il percorso. Un 2% degli elettori afferma di non aver ancora scelto un candidato e un altro 9% che potrebbe cambiare idea prima di esprimere il proprio voto.
Gli elettori che affermano che le loro scelte sono ‘granitiche’ si dividono al 50% per Harris e al 49% per Trump, con solo l’1% che sostiene altri candidati. Il 70% degli elettori che affermano di aver preso una decisione affermano di essere “estremamente motivati” a votare, mentre questa percentuale scende al 27% tra coloro che potrebbero cambiare idea.