Due vittorie nell’ultima settimana e sole 29 lunghezze di ritardo nella classifica Costruttori. È la Ferrari la favorita nella lotta per la scuderia migliore quando mancano alla fine dei giochi quattro gran premi veri e due gare Sprint. Può bastare un solo colpo per effettuare il sorpasso, soprattutto se si conserva intatto il magico trend. La Red Bull, ormai, cerca di difendere il Mondiale Piloti ancora abbastanza saldo nelle mani di Verstappen che però sembrava aver messo l’iride in cassaforte all’inizio dell’estate quando a Barcellona vinse la settima corsa della stagione.
Per avere ben chiara quanto sia imbarazzante l’atmosfera in casa degli austriaci basta dire che da Montmelò il cannibale non si è più arrampicato sul gradino più alto del podio ed oramai il digiuno dura da ben dieci gare dopo aver fatto il settebello nelle prime nove. Sarà certamente solo un caso ma, da quando Adrian Newey è andato in pensione, una maledizione pare aver colpito i bibitari e ciò è confermato dall’estrema evanescenza di Checo Perez che fra gli otto piloti dei quattro top team è soltanto ottavo. Comunque sia, i ragazzi di Horner hanno un driver primo l’altro ultimo fra i migliori e la situazione non è più sostenibile in vista del prossimo anno.
Con una sola punta il Costruttori si può vincere solo se si ha in casa un’astronave cibernetica come quella dello scorso anno quando il cannibale agguantò il riconoscimento per le squadre anche correndo da solo: Max mise in cassaforte 575 punti contro i poco più di 400 racimolati da Mercedes e Ferrari arrivate sul podio della classifica riservata ai team. Dati alla mano lo squadrone campione del mondo attualmente lotta per essere terza forza con la Mercedes e domenica in altura ha perso il duello con le Frecce di Stoccarda complice il comportamento dell’olandese che ancora ha qualche punto vulnerabile.
Max a Città del Messico non si è comportato da campionissimo qual’è, rimediando due penalizzazioni di dieci secondi nel duello con Norris e buttando dei punti che potrebbero essere utili. L’olandese è praticamente perfetto quando è in testa, non riesce invece a mollare la posizione quando un pilota in quel momento più veloce di lui gli piomba alle spalle.
Per carità, tanta durezza è sinonimo di fuoriclasse, ma in certe occasioni sarebbe meglio alzare il piede e massimizzare il risultato. L’orange soffre soprattutto la crescita di Norris e della sua McLaren perché Lando è sempre stato il suo amichetto del cuore ed ora quando lo vede all’attacco non riesce a non azzuffarsi. Questione d’affetto.
Le squadre che probabilmente si contenderanno il Titolo fino all’ultima gara sono quelle al comando e che, soprattutto, dispongono delle monoposto migliori: da una parte l’italiana Ferrari, dall’altra l’inglese McLaren. Sarà solo un caso, ma sono tornate ai vertici le due scuderie più titolate della storia della Formula 1 che hanno segnato sfide eroiche negli anni Settanta, Ottanta e Novanta e che l’ultima volta che lottarono per il titolo fu proprio ingaggiando una zuffa fra loro nel lontano 2008. La corona Piloti finì ad Hamilton per un solo punto su Massa, ma quella Costruttori andò a Maranello che regolò proprio Woking.
Lo scontro è incerto, la bilancia può pendere da una parte o dall’altra con molta facilità. In Texas le Rosse non hanno fatto prigionieri, la superiorità in gara è stata più che evidente. La doppietta sembrava replicabile in Messico, ma non è avvenuto e il ritmo nei giri finali di Lando ha fatto vedere che proprio una passeggiata non è stata. Il britannico nei titoli di coda si è pappato Charles avvicinandosi pure a Carlos che forse controllava. In compenso nella metropoli centro-americana la SF-24 progettata per la lunga distanza ha mostrato di aver raggiunto un equilibrio così raffinato da poter essere la più veloce anche sul giro secco.
Le differenze sono così minime che possono emergere all’improvviso. Dopo aver dominato nella prima parte con le gialle-medie nessuno si aspettava che il ritmo soffrisse sulla distanza con le bianche-dure e invece è accaduto. Vasseur e i suoi questo lo sanno benissimo e non si sbilanciano. Non hanno però la minima paura a nominare quella corona che manca dalla Motor Valley da oltre tre lustri.