12 Dicembre 2024 13:48
L’astrofotografo calabrese Gianni Lacroce ha conquistato il primo posto di un prestigioso concorso mondiale di fotografia astronomica. A sbaragliare la concorrenza una meravigliosa immagine delle nebulose Grotta del Lupo e VdB 152, ricchissime di dettagli. Ecco come l’ha ottenuta.
Le nebulose Wolf cave e VdB 152 nel magnifico scatto di Gianni Lacroce. Credit: Gianni Lacroce
Gianni Lacroce, astrofotografo calabrese che oggi vive a Roma, ha conquistato il primo posto di uno dei più significativi e “agguerriti” concorsi di fotografia astronomica a livello internazionale, nel quale si sfidano tra i migliori professionisti provenienti da tutto il mondo. A sbaragliare la concorrenza di migliaia di scatti un bellissimo complesso di nebulose del profondo cielo, incastonato nel cuore della costellazione di Cefeo. Protagoniste assolute dell'immagine di Gianni sono la Wolf's cave nebula – ovvero la nebulosa Grotta (o Caverna) del Lupo – e la nebulosa a riflessione blu conosciuta come VdB 152 (Ced 201). La qualità, il numero e la complessità dei dettagli di polveri e gas immortalati sono tali da renderla una delle più belle astrofotografie mai realizzate di questa porzione di cielo.
Il contest mondiale conquistato dall'astrofotografo italiano si basa su una componente di voto popolare – basata sui like degli utenti raccolti sui social network – e un'altra legata alla decisione di un'apposita giuria di specialisti. Ogni settimana vengono premiate le foto migliori pubblicate sulle pagine dell'organizzazione (ASIWEEK 2024); alla fine di un trimestre o “quarto” viene decretata la più bella fra esse. Le foto vincitrici dei trimestri, infine, si sfidano per ottenere il premio dell'anno. Gianni Lacroce, dopo aver conquistato il “Quarter 4” del 2024, si è aggiudicato il primo posto dell'intera competizione, superando i colleghi Christophe Vergnes e Alberto Pisabarro che hanno ottenuto rispettivamente il secondo e terzo posto con gli scatti di due bellissime galassie (fra cui una meravigliosa Galassia di Andromeda).
Come spiegato dall'astrofotografo a Fanpage.it, la Wolf's cave nebula, conosciuta anche come lbn528, “è una regione ricca di gas dal colore rossastro eccitati dalla radiazione ultravioletta delle stelle vicine”. Mentre VdB 152, visibile al centro dell'immagine, “è una nebulosa a riflessione che si illumina riflettendo le luci stellari”. “L'intreccio di componenti gassose di questa nebulosa rispecchia la complessità di questo angolo di universo, dove si incontrano varie componenti che vengono delineate da una colorazione differente”, spiega Lacroce.
L'astrofotografo ha sottolineato che le nebulose oscure visibili nell'astrofotografia “sono nubi interstellari che contengono un'alta concentrazione di polveri, perlopiù composte da carbonio e idrogeno molecolare”. Si tratta di nubi a elevatissima densità e temperature bassissime, attorno ai – 260 °C, visibili principalmente grazie alla luce riflessa dalle stelle e delle nebulose a riflessione che la circondano. Un caso emblematico è quello della famosissima Nebulosa Testa di Cavallo (Barnard B33 o B33) posta davanti innanzi alla nebulosa IC 434, nel cuore della costellazione di Orione.
Ricordiamo che l'astrofotografia non si basa su un singolo scatto, ma sulla fusione di moltissime fotografie a lunga posa (catturate anche per decine di ore consecutive), unite ed elaborate attraverso diversi software. La post produzione è una componente fondamentale della tecnica astrofotografica, al pari della strumentazione tecnica necessaria per acquisire gli scatti del profondo cielo (telescopio, montatura equatoriale robotizzata con astroinseguitore, fotocamera astronomica, filtri e molti altri accessori). Un altro elemento significativo è l'inquinamento luminoso. L'astrofotografo ha affermato di aver puntato la costellazione di Cefeo tra il 31 luglio e l'11 agosto di quest'anno sotto un cielo definito bortle 4, “ossia un cielo abbastanza scuro che dà la possibilità di fotografare al meglio questo tipo di nebulose”.
Tra gli strumenti utilizzati un telescopio con focale da 420 millimetri e una camera astronomica con sensore APS-C . “Ho ripreso per un totale di sei serate con due tipi di filtri: uno a banda larga con cui ho integrato un totale di 19 ore e uno a banda stretta per riprendere in particolare l idrogeno ossia la parte rossa più accesa per un totale di 13 ore”, ha specificato Lacroce. “Ho poi sommato le 32 ore di scatti ottenute cercando di bilanciare i colori in maniera che non ci fosse una dominante e ripulendo questa fusione con contrasto e luminosità, cercando di restituire tutto il segnale catturato il più gradevole possibile”, ha concluso l'esperto. Con una tecnica analoga aveva ottenuto una meravigliosa immagine della Shark Nebula, la Nebulosa Squalo, anch'essa nella costellazione di Cefeo ma sita a circa 650 anni luce dalla Terra. Col nuovo, bellissimo lavoro, si è aggiudicato il meritato primo posto in un concorso internazionale.