Gli hacker si difendono, 'accusati di attività impossibili'

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Hanno deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere, durante l'interrogatorio di garanzia, e di rendere invece dichiarazioni spontanee davanti al Gip, Nunzio Samuele Calamucci, Carmine Gallo, Giulio Cornelli e Massimiliano Camponovo, quattro degli arrestati nell'inchiesta della Dda di Milano e della Dna sulla rete presunta di cyber spie. 

"L'unica cosa che posso dire è che dal punto di vista empirico le cose che ho letto sugli organi di stampa sono impossibili da realizzare", avrebbe dichiarato in un documento scritto l'esperto informatico Calamucci, riferendosi alla presunta capacità del gruppo di 'bucare' lo Sdi. Calamucci, interrogato dal gip Fabrizio Filice, ha affermato attraverso il lsuo legale che intende conoscere gli atti dell'indagine per poi parlare ai pm. L'ex super poliziotto Carmine Gallo ha invece sottolineato di essere "un servitore dello stato" assicurando che "parlerò ai pm per dimostrare la mia innocenza".

Anche Giulio Cornelli, hacker di una delle società di investigazione al centro dell'inchiesta milanese sui presunti dossier illegali con informazioni prese da banche strategiche nazionali,difeso dall'avvocato Giovanni Tarquini, ha rilasciato solo brevi dichiarazioni spontanee.

La stessa scelta è stata compiuta da Massimiliano Camponovo, difeso dal legale Roberto Pezzi. "Sono preoccupato, avevo percepito che dietro a questo sistema c'era qualcosa di oscuro", avrebbe dichiarato.

Il poliziotto Marco Malerba, accusato di aver passato dati riservati alla banda e destinatario di misura interdittiva della sospensione dal servizio, ha invece fatto alcune ammissioni: "Sì, facevo gli accessi abusivi per i dati, nell'ambito di un rapporto di scambio di favori", avrebbe detto l'indagato al giudice. Favori che, a suo dire, gli venivano richiesti "dal suo capo", ossia Carmine Gallo. Sotto interrogatorio è anche Giuliano Schiano, militare della Gdf della Dia di Lecce, anche lui sospeso con misura cautelare. 

Tocca intanto anche la provincia di Trento l'indagine della Dda di Milano e della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo sulla presunta rete di cyber spie e
sul mercato illegale di dati riservati e informazioni personali e relative alla sicurezza nazionale. In particolare - come riporta il quotidiano l'Adige - risulterebbero contatti tra la Equalize srl di Milano e Municipia spa, con sede a Trento. Fra le persone spiate, invece, vi sarebbe un 77enne di Rovereto.

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