Economia
di Chiara Brusini | 19 Novembre 2024
I leader del G20 si impegnano ad “assicurare che gli individui con un patrimonio netto molto elevato siano tassati in maniera efficace“. Per farlo coopereranno nello scambio di buone pratiche e nell’individuazione di meccanismi antielusione, compresi i vantaggi fiscali dannosi. Facendo leva sui suggerimenti tecnici di organizzazioni internazionali, accademici ed esperti. Tra gli 85 punti della bozza di comunicato finale del vertice in corso a Rio entra anche l’aperto sostegno alla proposta di tassare i super ricchi, già discussa a luglio dai ministri delle Finanze. I capi di Stato e di governo avallano anche la dichiarazione dei ministri sulla cooperazione fiscale internazionale, riconoscendo che una tassazione progressiva è cruciale per ridurre le disuguaglianze, sostenere i bilanci pubblici, promuovere una crescita sostenibile e inclusiva.
L’economista Gabriel Zucman, direttore dell’EU Tax Observatory, che è stato consigliere della presidenza brasiliana del G20 sul tema di una possibile riforma globale della tassazione dei super ricchi e ha preparato un rapporto ad hoc per spiegare come potrebbe funzionare, esulta parlando di “decisione storica”. Ma non basta, avverte l’economista classe 1986, noto per le sue ricerche sui paradisi fiscali e la mancata tassazione dei grandi patrimoni: “Ora è il momento di tradurre le parole in azioni e lanciare un negoziato internazionale inclusivo, che si estenda oltre il G20, sulla riforma della tassazione dei super-ricchi”.
Il testo di compromesso concordato dai ministri delle Finanze a luglio aveva incontrato inizialmente la resistenza dell’Argentina di Javier Milei, che però non è riuscito a far bloccare il comunicato finale. Al momento della firma ha però chiesto la parola per criticare sia l’alleanza globale contro fame e povertà (sostenendo che è un “errore” dovuto a “malizia o ignoranza” pensare che per combatterle sia “necessario più intervento statale e più pianificazione centralizzata dell’economia”) sia la tassa sui super ricchi, che implica, a suo dire, “una disparità di trattamento davanti alla legge”.
Nel suo rapporto per il G20 Zucman spiegava al contrario perché un’agenda globale sulla tassazione dei miliardari sia urgente. E come le precedenti riforme nell’ambito della cooperazione fiscale internazionale l’abbiano resa possibile. La sua proposta prevede l’introduzione di un’imposta minima globale pari al 2% del patrimonio dei miliardari che potrebbe generare tra i 200 e i 250 miliardi di gettito all’anno. Risorse che potrebbero essere investire nel contrasto alle disuguaglianze e nella lotta al cambiamento climatico. In parallelo serve, secondo l’economista francese che insegna a Berkeley e alla Paris School of Economics, una riforma dell’accordo internazionale sulla tassazione delle multinazionali (global minimum tax), con l’applicazione di un’aliquota del 25% contro il 15% attuale. Un terzo aspetto riguarda la tassazione dei patrimoni mobili: Zucman suggerisce l’istituzione di meccanismi per tassare le persone ad alto patrimonio che trasferiscono la loro residenza in Paesi a bassa tassazione dopo aver risieduto a lungo in un altro Paese.
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G20 di Rio, Oxfam: “I leader globali si impegnino per tassare i super ricchi e rendano più difficile nascondere offshore i capitali”