Dopo sei mesi è crollato e ha confessato: Igor Sollai ha ucciso la moglie Francesca Deidda. Il 10 maggio la donna era scomparsa dalla sua casa di San Sperate, nel Cagliaritano. Due mesi dopo il marito era stato arrestato e pochi giorni dopo i resti di Francesca Deidda erano stati ritrovati nascosti in un borsone vicino alla Statale 125. Gli esami nell'appartamento della coppia svolti nei giorni successivi sembravano inchiodare definitivamente l'uomo, ma per tutto questo tempo ha continuato a negare. Ora Sollai ha confessato il femminicidio.
La confessione
Sollai per mesi ha parlato di un allontanamento volontario della moglie Francesca.
Versione rimasta identica anche quando è stato ammanettato e portato in cella. Al fratello di lei ha ammesso che c'era una crisi matrimoniale, ma si è sempre detto innocente. Fino a ora. Le sue ammissioni sono arrivate nella tarda serata del 21 novembre: nel carcere di Uta (Cagliari), davanti al pm Marco Cocco e ai suoi avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba che qualche giorno fa si erano visti respingere la richiesta di scarcerazione anche dalla Cassazione. Ha detto loro come ha ucciso Francesca e come poi l'ha messa nel borsone. Non è chiaro se abbia anche dato delle motivazioni per il suo gesto. Per l'accusa è stato spinto dalla sete di denaro. Con la morte di Francesca avrebbe potuto intascare l'assicurazione sulla vita della donna.
Francesca, la scomparsa e la lettera di dimissioni
Francesca Deidda aveva 42 anni quando, il 10 maggio, è scomparsa nel nulla. La sua era una vita semplice: il lavoro in un call center, la casa condivisa col marito Igor di un anno più grande, niente figli, la passione per i gattini e i viaggi. Improvvisamente da quel giorno di metà maggio nessuno ha più sue notizie. Eppure per settimane non viene denunciata la scomparsa. Al datore di lavoro della donna arriva un'inaspettata lettera formale di dimissioni, quindi il suo non presentarsi non desta sospetti. I colleghi si stupiscono e mandano dei messaggi alla donna. A loro arrivano anche le risposte, laconiche ma arrivano. Per tutti, e la versione viene avallata dal marito, Francesca vuole una pausa. Passando le settimane però le cose cambiano, la versione dello spazio personale non regge. Iniziano a emergere elementi che fanno temere il peggio.
La trappola del collega
La chiave di volta è la "trappola" tesa da una collega di Francesca: insospettita ha mandato un messaggio parlando di un altro collega che in realtà non esiste. Chi risponde cade nel tranello, quindi a scrivere non poteva essere Francesca ma qualcuno che si faceva passare per lei. Da qui in poi si alza il livello di attenzione. A luglio viene arrestato il marito Igor Sollai e pochi giorni dopo viene trovato il cadavere di Francesca. Quel che resta di lei è chiuso in un borsone ed è stato gettato ai margini di una strada statale tra le sterpaglie.
L'arresto del marito
Gli inquirenti hanno da subito pensato a una morte violenta di Francesca Deidda e i sospetti sono sempre stati solo sul marito. Contro di lui un lunga lista di elementi: la sua versione dell'allontanamento volontario non è mai parsa convincente. Dopo la scomparsa della moglie ha messo in vendita l'auto intestata a lui ma che usava Francesca raccomandando all'acquirente raccomanda di pulirla bene, di igienizzarla. Poco dopo ha tentato di vendere online il divano del soggiorno (vendita fallita, ndr). Non finisce qui. Gli inquirenti hanno controllato gli spostamenti di Sollai sul suo veicolo da lavoro, dotato di gps. Nei giorni precedenti la scomparsa di Francesca, quel furgone si era fermato più volte lungo la vecchia statale 125, dove poi è stato trovato il corpo chiuso in un borsone nero da palestra. È più corretto parlare di resti. Il cadavere era parzialmente liquefatto, infestato da larve di insetti affidate a un entomologo per determinare la data presunta della morte. Contro Sollai anche i riscontri dai controlli di telefoni e computer, l'acquisto sicuramente attribuibile a lui di alcune piante ritrovate vicino al cadavere.
Come è stata uccisa
Dall'autopsia è emerso che Francesca Deidda è stata uccisa nel sonno. Era stesa sul divano della sua casa di San Sperate quando è stata raggiunta da diversi colpi alla testa inferti con un oggetto contundente. Dormiva, non si è difesa. Il delitto per l'accusa è stato premeditato. Sollai aveva anche fatto delle ricerche sull'uso del cianuro.