Il governo frena gli sbarchi, i giudici accolgono i clandestini

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La giurisprudenza "creativa" dei tribunali italiani sta tentando di fermare l'operazione Albania, ma i numeri confermano il successo della politica del governo sulla gestione dei flussi migratori

Il governo frena gli sbarchi, i giudici accolgono i clandestini

Il governo sta provando a fermare l’orrendo traffico di clandestini verso l’Europa con accordi bilaterali, una stretta sui rimpatri e l’intesa con l’Albania per evitare di intasare gli hotspot italiani di profughi senza diritto d’asilo. La giurisprudenza "creativa" delle sezioni Immigrazione dei tribunali d’Italia contesta all’Italia che l’elenco dei "Paesi sicuri" in cui rimpatriare entro 48 ore chi non ha diritto a stare da noi sia di competenza europea, e di questo si discuterà a luglio davanti alla Corte di giustizia europea.

Ma c’è un dato che conferma come gli strumenti messi in atto da questo governo stiano comunque dando qualche frutto. Secondo i dati preliminari raccolti da Frontex, l’Agenzia europea della guardia costiera e di frontiera, il numero di attraversamenti irregolari delle frontiere nell’Unione europea si è sostanzialmente dimezzato (-43%) nei primi 10 mesi del 2024. Sono solo 191.900 i migranti entrati in Europa dalle rotte del Mediterraneo centrale (calate del 62% a 55.227 persone) e dei Balcani occidentali (-80%). E secondo Frontex il merito è degli sforzi delle autorità tunisine e libiche - con cui l’Italia ha raggiunto un’intesa - per combattere i gruppi di trafficanti. Ecco perché lo scontro con la magistratura sui «Paesi sicuri» rischia di disinnescare l’effetto deterrenza dell’accordo Italia-Albania e lo spauracchio di finire a Gjader anziché in Italia, tanto che l’esecutivo sarebbe intenzionato a non mollare con i rimpatri accelerati e il modello Albania anche a fronte delle sentenze della magistratura.

C’è un altro dato che fa riflettere: a crescere è la rotta del Mediterraneo orientale, aumentata del 14% nei primi dieci mesi dell’anno con quasi 55mila arrivi. Solo a ottobre è questa la rotta più trafficata (7.300 ingressi in un mese), tanto che anche i confini terrestri orientali hanno registrato un aumento del 195% (15.234 arrivi), così come anche gli sbarchi sulla rotta della Manica (+5% a 57.162 clandestini), attraverso i Balcani occidentali, le rotte del Mediterraneo centrale e occidentale, ma anche attraverso la Bielorussia. Segno che i mercanti di uomini hanno scelto una via alternativa al mare, oggi pattugliato non solo dalle Ong ma anche dalle navi della Marina militare.

E questa è un’altra piccola vittoria. L’obiettivo non è certo limitare la libertà di un migrante che scappa da guerre, fame o povertà ma combattere chi lucra su questo legittimo desiderio. E a questo la sinistra non pensa mai.

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