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Inclusione come tema prioritario di tutte le agende politiche; accessibilità universale; vita autonoma e indipendente; valorizzazione dei talenti e inclusione lavorativa; promozione delle nuove tecnologie; dimensione sportiva e ricreativa della vita; dignità della vita e dimensione dei servizi; prevenzione e gestione delle situazioni di emergenza e di post-emergenza, in particolare legate anche alle crisi climatiche.
Le priorità
I temi dei tavoli di confronto della seconda giornata del G7 Inclusione e disabilità hanno permesso di entrare nel merito di approfondimenti verticali per poter disegnare i contenuti della Carta di Solfagnano, che sarà presentata oggi al termine dei lavori. Oltre ai rappresentanti delle delegazioni di dodici Paesi e ai ministri e alle ministre, il dibattito ha coinvolto rappresentanti della società civile, del terzo settore, della medicina e delle istituzioni. Ognuno ha portato il proprio contributo per poter disegnare una società che metta al centro le persone, con o senza disabilità.
«Credo che il diritto di tutti alla piena partecipazione alla vita civile, sociale, politica del nostro Paese si esprima anche lavorando tutti nella stessa direzione insieme» ha commentato la ministra per le disabilità, Alessandra Locatelli, proseguendo poi riguardo alla Carta di Solfagnano: «Ci dotiamo di un patto che rappresenta un impegno reciproco su alcune tematiche. Le decliniamo anche in aspetti concreti e penso che questo sia un modello che dobbiamo portare avanti e poi implementare nei prossimi G7, quando ne avremo l’occasione, nel dialogo e nell’interscambio tra i diversi Paesi. Questo ci permetterà di portare i temi della Carta di Solfagnano all’attenzione di tutti i nostri Paesi, ma anche oltre, anche nel G20».
I prossimi appuntamenti
A una dimensione più globale aspirano la maggior parte degli interventi, tanto che è stato annunciato che il tema della disabilità sarà centrale nel G20 a presidenza sudafricana e l’intenzione è di istituire un forum ministeriale specifico. Su questo Fabio Ciciliano, capo della Protezione civile, ha commentato: «Questo G7 potrebbe essere sicuramente una buona azione iniziale, ma se riuscissimo ad arrivare al G205, che è il numero dei Paesi in questo momento presenti sul nostro pianeta, e riuscissimo a fare un buon lavoro per tutti avremmo raggiunto l’obiettivo. Ci sono buone pratiche che i Paesi prendono dall’Italia da questo punto di vista e ci sono sicuramente alcuni Paesi che sono avanzati come il nostro sulla gestione dell’emergenza». Paesi con cui è possibile costruire una rete di relazioni che portino a standard internazionali di best practice da condividere.
Il nodo dell’occupazione
Un approccio che sarebbe opportuno applicare innanzitutto alle tematiche relative all’occupazione, vero nodo che può offrire l’opportunità concreta di costruire un progetto di vita. Sui temi del lavoro hanno insistito molti dei ministri presenti ai tavoli, soprattutto nell’ottica di un sempre più accelerato sviluppo tecnologico. Ambito che potrà creare numerosi posti di lavoro anche per le persone con disabilità. «Dal punto di vista di chi si occupa della tecnologia, questo G7 è forse lo sguardo più bello che si potrebbe avere su questa realtà perché le intelligenze artificiali, essendo in grado di adattarsi alla realtà che cambia, possono farci pensare una realtà sociale che non sia un limite per chi ha diverse abilità, ma che sia in grado di includere e far esprimere ciascuno nel massimo di quella dignità umana che è anche al centro della nostra Costituzione. Quindi speriamo che quello che emergerà da queste giornate sia qualcosa che riesca a imporsi anche come uno standard globale di inclusività e di accoglienza della diversità» chiosa Paolo Benanti, componente del New artificial intelligence advisory board delle Nazioni Unite.